Stiamo per salutare un anno strepitoso, entusiasmante, storico per il Lecce. Noi vogliamo ricordarlo raccontandovelo in quattro puntate. Oggi è la volta della parte finale, quella dell’approccio in Serie A fatto di difficoltà e soddisfazioni, fino ad arrivare alla pausa fuori dalla zona retrocessione.
Dopo tanti preparativi, difficoltosi ma ben organizzati, è finalmente la volta del campo. 26 agosto 2019, il Lecce riabbraccia ufficialmente la Serie A. Ed è subito un avvio in salita: di fronte c’è l’Inter del non amatissimo Conte, tra le favorite per lo Scudetto.
E quello del Meazza è subito il Lecce di Liverani: idee, qualità, voglia di fare, mentalità, personalità. Purtroppo, ma questo lo si sapeva, non un tasso tecnico e fisico adeguato per competere alla pari con le big. Alla fine è, ingiustamente, 4-0 finale. Ma quel che fa male dell’avvio di campionato avviene al secondo turno: un brutto ko interno con il Verona, sulla carta tra le poche alla pari dei giallorossi, che fa affiorare note di sconforto.
“Saremo il nuovo Benevento, troppo inferiore e retrocesso già in autunno?”. Il no secco arriva già alla terza giornata, quando un Lecce da applausi va ad espugnare Torino contro una delle tre squadre a punteggio pieno. La Serie A, si capisce, è questa: dando tutto sé stesso, l’undici di Liverani ne è all’altezza, ma le difficoltà sono davvero tante. Soprattutto con squadre che, sebbene in difficoltà ad inizio match contro un sempre orgoglioso Lecce, sono superiori e sfruttano i loro numeri per far male proprio nei punti deboli del collettivo giallorosso.
Succede così che per Napoli, Roma e Atalanta i tre punti contro i salentini sono cosa fatta. Nel mezzo, però, quella che è forse la vittoria più importante ottenuta sinora, l’1-3 in casa Spal. Ma dopo la seconda pausa stagionale ecco lo scherzo del calendario che mette in fila due delle storiche big della Serie A: Milan e Juventus. Due gare quasi perse in partenza secondo molti che si trasformano in due imprese che lanciano prepotentemente le quotazioni per la salvezza del Lecce.
2-2 a San Siro con l’urlo “alla Grosso” di Calderoni nel finale, 1-1 in casa con i supercampioni della Juventus e un Via del Mare in festa. La formazione di Liverani gioca bene, ha entusiasmo e corre a mille, risultando però sfortunata con Samp e Sassuolo: due gare da sei punti che invece sono due “x” causa leggerezze nel finale. Punti che il Lecce, ko con polemiche con la Lazio prima dei pari-rimonta con Cagliari e Genoa, inframezzati dalla terza impresa esterna a Firenze, pagherà a fine dicembre.
Dopo aver dato davvero tutto tra sfortuna e infortuni, i giallorossi mollano proprio a due settimane dalla pausa. Esausti mentalmente ancor più che fisicamente, Mancosu e compagni cadono malamente con Brescia e Bologna. Qualche certezza compromessa, la classifica peggiorata seppur ancora positiva: conseguenze che ci stanno in un campionato così difficile. Il Lecce, però, ha dimostrato dal primo momento di esserci, di crederci, come in quel gennaio dell’anno in conclusione in cui nessuno o quasi lo dava prossimo alla promozione diretta.
Il 2019 ha dato tanto, ha sorpreso, ci ha fatto gioire. Ora tocca al 2020 mostrarci di che pasta è fatto un Lecce che ha sudato tanto per arrivare in Serie A, e che lì vuole restarci. Con sofferenza sì, ma anche passione e orgoglio.
FINE.
