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Coronavirus, il paradosso di Bergamo: daspati obbigati comunque a firmare

Durante e dopo Valencia-Atalanta, sette ragazzi, colpiti da Daspo, non si sono potuti sottrarre all’obbligo di firma, con conseguente uscita forzata in una Bergamo epicentro del focolaio lombardo dell’epidemia COVID-19. Le precedenti istanze, inoltrate dall’avvocato in questura, non hanno ricevuto risposta.

Nei giorni di serrande chiuse e relazioni sociali ridotte all’osso, c’è chi doveva uscire per forza di casa. E non per motivi sanitari, o collegati all’emergenza COVID-19 che sta mettendo in ginocchio l’Italia, soprattutto al Nord.

Sette tifosi dell’Atalanta, una volta appresa la bellissima notizia della storica qualificazione della Dea ai Quarti di Finale di Champions League, hanno lasciato le proprie case, ma non per scendere in piazza e festeggiare l’undici di Gasperini. Neanche, giustamente, per raggiungere l’aeroporto di Orio al Serio per attendere l’arrivo del gruppo di rientro da Valencia dopo, probabilmente, la più bella vittoria della storia calcistica di una maglia.

La prudenza e le raccomandazioni imposte dal Governo e dalle autorità sanitarie non sono bastate. Niente stop all’obbligo di firma a seguito di Daspo. Il vincolo della presentazione in commissariato non ha conosciuto finora sospensione. E nessuna eccezione anche per il fatto che la partita si svolgesse fuori dai confini nazionali in un periodo così delicato.

I sette supporter orobici hanno ricevuto la diffida a seguito di SPAL-Atalanta (campionato) e Fiorentina-Atalanta (Coppa Italia).

L’avvocato Federico Riva ha rilasciato queste dichiarazioni a TuttoSport: “Lunedì mattina – ha detto il legale – ho presentato istanza alle Questure di Firenze e Ferrara per evitare che ci fosse la necessità per i diffidati di presentarsi, vista la situazione e visto il decreto governativo. Non avendo ricevuto risposta, i ragazzi si sono presentati per adempiere al loro obbligo e alcuni lo hanno fatto durante Atalanta-Valencia”.

Sino alla serata di ieri, dalle questure non sono arrivate risposte. I ragazzi, sette in totale, provengono anche da Nembro, Alzano e Bergamo città. Tutte località epicentro del focolaio che sta mettendo in apprensione la Lombardia e la nazione intera.

L’obbligo di firma, come noto, riguarda anche le gare a porte chiuse. Visto il dilagare della pandemia COVID-19 era davvero impossibile trovare una soluzione alternativa per salvaguardare tutti i soggetti, nonostante l’istanza inoltrata prima dell’accadimento?

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4 anni fa

non mi sembra assurdo. Le direttive dicono che bisogna stare a casa SALVO delle questioni di obbligo rilevanti, questa è una di quelle.
La gente esce per fare la spesa e andare in farmacia, loro escono per i loro obblighi con la Legge. Benissimo così.
che volevano che gli portavano anche il registro a casa con una coca cola? Prossima volta ci pensiono bene prima di fare i coglioni.

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