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Benussi: “Fortunato a giocare in piazze calorose. In futuro vorrei allenare…”

Le dichiarazioni dell’ex portiere, tra le altre, di Lecce, Verona, Palermo e Venezia, rilasciate in un’intervista ai colleghi di Calciohellas.it.

Ecco un estratto delle parole di Francesco Benussi, estremo difensore giallorosso per quattro stagioni:

QUOTIDIANITA‘. “La situazione non è cambiata, fortunatamente la mia famiglia non è stata investita da ciò. Stiamo bene, ma rispettiamo le regole e stiamo chiusi in casa. Abbiamo la fortuna di avere un giardino e quindi ci divertiamo insieme alle mie figli. Attendiamo che tutto possa tornare alla normalità, intanto mi godo la famiglia e faccio il giardiniere. La sera magari mi diverto un po’ in cucina a fare delle prove”.

SCUOLA PORTIERI. Avrei voluto giocare ancora qualche anno, ma ho avuto un infortunio importante al ginocchio che mi ha fatto ritirare in anticipo. Ho deciso di non andare in giro per l’Italia, nonostante abbia preso tutti i patentini per fare l’allenatore, ma ho creato questo progetto per i giovani che si chiama ‘Imparare a volare’. Abbiamo ottocento ragazzi che seguiamo e con i quali lavoriamo. Collaboriamo con tante società professionistiche, soprattutto col Venezia”.

VOGLIA DI ALLENARE. “Adesso però la mia idea è quella di allenare i grandi. Mi piacerebbe diventare allenatore dei portieri perché è il reparto che conosco meglio. Come allenatore credo che un portiere avrebbe maggiori difficoltà, anche se devo fare un in bocca al lupo a Zenga a Cagliari e ad Amelia che sta iniziando la carriera”. 

NOSTALGIA. “Se riguardo qualche mia partita in questo periodo? Sì, approfitto dei palinsesti internet per vedere un po’ cosa è successo in giro per il mondo e magari con un po’ di nostalgia mi guardo anche qualche partita mia”.

CARRIERA. “Se mi guardo indietro mi ritengo soddisfatto perché ho giocato in piazze importanti come Lecce, Torino, Palermo e Verona. Tutti stadi che quando entri in campo fanno sentire il calore del pubblico. Esperienze che rimangono non solo professionalmente ma anche emozionalmente.

L’ESPERIENZA IN CASA HELLAS. “A Verona è stata una stagione importante per me perché a 32-33 anni mi sono ritagliato uno spazio importante dietro a un portiere come Rafael che ha fatto la storia. Direi che sono riuscito a sostituirlo bene e soprattutto  siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo salvezza già ad aprile. Inoltre ho potuto vivere l’esperienza di Luca Toni, che in quella stagione fu il capocannoniere: non capita spesso di avere in squadra un campione del mondo e un capocannoniere della Serie A. È stata un’esperienza bella, importante e formativa, che mi ha lasciato un bellissimo ricordo in campo ma soprattutto fuori: per un giocatore avere una Curva come quella del Bentegodi che canta per 100 minuti è il massimo”.

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