Il difensore argentino si racconta ai canali ufficiali della società. La quotidianità durante la quarantena e l’analisi dell’ambiente trovato nel Salento sono stati i principali argomenti affrontati.
STATO D’ANIMO. “Io sto bene, un po’ stanco di stare a casa ma è l’unica forma che abbiamo per contribuire. Sono qui con mio padre che non è potuto tornare in Argentina. La mia famiglia è lì, anche la mia ragazza, ci sentiamo sempre, parliamo sempre con videochiamate. Lì la situazione è migliore, hanno fermato prima un po’ tutto”.
QUOTIDIANITA’. “Niente di diverso dagli altri giorni. Ho fatto quello che faccio sempre, chiamate con la famiglia, con gli amici. Nostalgie? Sicuramente mi manca l’allenamento, il pallone, andare in ritiro, giocare le partite. Mi manca la mia ragazza, non la vedo da molto tempo. Non vedo l’ora di uscire di casa senza paura”.
PASSIONI E LAVORO. “Mi alleno tutti i giorni, faccio un lavoro di forza in casa e poi vado nel garage per correre. Ogni giorno faccio un lavoro intermittente. Ascolto musica in spagnolo, niente di particolare. Il cibo? Devo essere un professionista, cucino bene e posso preparare la carne argentina, oltre ad altri cibi. Le mie passioni? Mi piace il rock, il reggaeton e la musica latina. Guardo serie tv, ogni giorno ne finisco una. Sto guardando la serie sul Sunderland, la squadra inglese. Mi sta piacendo molto”.
RADICI. “Mia nonna è italiana, mi parlava del suo paese, della sua città. E’ siciliana. Io sono venuto qui a seguito della chiamata del Bologna. La Serie A mi affascinava molto”.
CARRIERA. “Come professionista ho iniziato a giocare nell’All Boys, una squadra secondaria di Buenos Aires. Da piccolo mi piaceva DIego Lugano, un centrale cattivo, forte, con personalità. Oggi i giocatori così sono Godin, Chiellini, elementi che mi sono piaciuti. Ho sempre giocato da centrale, mi piaceva giocare vicino l’area, mia o avversaria. Ero forte di testa. Il mio ruolo principale è quello, solo qualche volta ho fatto il terzino sinistro. Sono mancino, ed è una piccola arma in più”.
PASCULLI E BARBAS. “So che hanno fatto benissimo, ma ero troppo piccolo per vederli giocare. Mio padre mi ha parlato di loro, Pasculli ha vinto la Coppa del Mondo e Barbas ha finito la carriera dove io ho iniziato. Mi piacerebbe parlare con loro, capire ciò che hanno fatto per la società e per la città”.
APPROCCIO. “A Lecce mi trovo bene, è una bella città. Ho scelto Lecce perché l’ultimo giorno di mercato mi aveva chiamato il d.s., mi ha dato fiducia. Avevo bisogno di quel messaggio. E’ stata una decisione importante, avevo giocato le ultime due gare col Bologna ma la chiamata del direttore è stata decisiva. Sono orgoglioso della scelta che ho fatto”.
TIFO. “Ho visto la tifoseria nella partita col Torino. Si vede la passione che c’è in Argentina. La gente è calda, mi piace molto vedere questo”.
VITTORIE. “Ho giocato tre partite con questa maglia con altrettante vittorie. Personalmente, credo che con la mia personalità e cattiveria posso aiutare la squadra dentro e fuori dal campo. Darò il 100% come tutti per raggiungere la salvezza”.
SPOGLIATOIO. “Sono tutte bravissime persone, è importante avere questo tratto per le squadre che lottano per la salvezza. Mi sono trovato benissimo con tutti. Ho legato con Vera, parliamo la stessa lingua”.
