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GdM – Palmieri ricorda Lecce-Lucchese 4-1 del 1997: “Fu una partita-chiave nell’economia della corsa verso la serie A”

L’ex attaccante giallorosso parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) di quel match che dette il là alla promozione nella massima serie del Lecce.

Il club giallorosso, all’epoca diretto da Giampiero Ventura, era reduce dalla promozione dalla C alla B ottenuta nel 1995/1996. In questo modo, nel 1996/1997, il Lecce centrò la prima doppia promozione consecutiva dalla C alla A della propria storia, alla quale è seguita, nel 2018/2019 e nel 2019/2020, quella conquistata dal club presieduto da Saverio Sticchi Damiani.

PARTITA CHIAVE.Quella disputata al Via del Mare contro la Lucchese, iL 27 aprile 1997, fu una partita-chiave nell’economia della corsa verso la serie A. All’andata, in trasferta, avevamo pareggiato per 3-3, dopo avere condotto per 2-0, ma anche dopo essere stati sotto per 3-2, in 10 contro 11, per l’espulsione di Bachini sul 2-1. Io avevo segnato la prima e la terza rete. Nel ritorno, ci imponemmo per 4-1, ma il successo, a dispetto del risultato finale, fu molto sofferto in quanto, sino ad una manciata di minuti dallo scadere del tempo regolamentare, il match rimase bloccato sull’1-1».

RICORDI DEL MATCH. «La rete dell’1-0 arrivò sugli sviluppi di un corner, con una conclusione di sinistro, ma a metà primo tempo, su rigore, subimmo il pareggio dei toscani, riuscirono a restare sull’1-1 sino alle battute conclusive. All’82’, però, sfruttai una manovra fatta in velocità per segnare il gol del 2-1. A questo punto, dilagammo: Edusei fece tris, mentre il poker lo calò Francioso, che in avvio di ripresa aveva sciupato un calcio di rigore».

POKER DI RISULTATI. «Dopo avere superato i toscani, inanellammo quattro pareggi di fila contro Cosenza, Salernitana, Brescia e Castel di Sangro, per poi perdere nettamente a Pescara. Ma ci rifacemmo, imponendoci di misura sul Torino, in casa, per poi brindare a Cesena, dove battemmo i romagnoli per 30 in un tripudio di bandiere giallorosse».

LEGAME FORTE CON IL SALENTO. «La nostra fu una annata memorabile. Disponevamo di un organico di valore, allenato da un tecnico bravo e preparato. Ma il vero segreto era costituito dalla società, alla quale il patron Giovanni Semeraro, che ne era a capo, aveva dato una grande organizzazione, circondandosi degli uomini giusti al posto giusto. In tutti i giochi di squadra, questo è un aspetto determinante. Per il resto, non è un segreto che io sia molto legato agli anni trascorsi in seno al sodalizio salentino, nei quali ho avuto un ottimo rapporto con tutto l’ambiente ed un legame speciale con la tifoseria. Ogni estate, i miei figli trascorrono 15-20 giorni a Porto Cesareo, dove appena posso li raggiungo al “Lido Tabù”, dal mio amico Gigi. Come del resto mi reco a Lecce tutte le volte che torno in Puglia per trovare i parenti».

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