Il massimo campionato inglese, il più seguito e ricco al mondo, ha presentato al Governo britannico il “Project Restart” per tornare in campo.
Come spesso accaduto nella storia del calcio, l’Inghilterra è pronta a superare le principali nazioni calcistiche in termini di lungimiranza della lega. La Premier League ha infatti presentato al governo Johnson il “Project Restart”: sette punti attraverso i quali passa la possibilità di ritorno in campo. Da cui all’effettiva ripresa manca ora solo l’ok dell’esecutivo britannico, orientato verso il sì. Un possibile nuovo punto di riferimento per chi, come la Serie A, le sta provando tutte per far ripartire la macchina.
Ecco le linee guida del documento:
1) Gare a porte chiuse in impianti neutri e che garantiscano la maggior sicurezza possibile (unico punto sul quale c’è ancora qualche dissapore tra i club)
2) Politica di tamponi capillare con due test settimanali per giocatori, staff tecnico, inservienti, arbitri e addetti ai lavori in generale
3) Sanificazione continua degli ambienti, dagli spogliatoi ai palloni
4) Allenamenti a gruppi di giocatori di massimo cinque unità; sedute a rotazione; uso di mascherine speciali; divieto di uso degli spogliatoi e dei servizi igienici nei centri tecnici; quarantena obbligatoria per i calciatori al rientro dall’estero
5) Vietato sputare, compresi gli “spruzzi” dopo aver bevuto l’acqua o gli integratori, in allenamento e partita
6) Divieto ai calciatori di sottoporsi ai massaggi se non dietro precisa concessione da parte del club
7)Obbligo di parcheggiare le auto nei centri tecnici a tre spazi di distanza l’una dall’altra