Il 4 maggio 1974, il Lecce si aggiudicò per 2-0, con gol di Giuseppe Materazzi, su rigore, e di Giovanni Ferrari, la gara interna con la Pro Vasto, conquistando 2 punti preziosi per continuare il duello con il Pescara, per la promozione dalla C alla B.
A fine torneo, però, a fare festa fu la compagine abruzzese, che la spuntò per un punto. La differenza fu fatta dalla penalizzazione, di una sola lunghezza, inflitta al complesso salentino per avere rifiutato di disputare la partita in casa del Marsala, il 23 dicembre 1973.
In giallorosso, tra i protagonisti dell’annata agonistica ci fu il centrocampista Mauro Pantani, che a fine carriera si è stabilito a Lecce. Il calciatore di Foiano della Chiana era in campo sia nella gara vinta con la Pro Vasto che nella sfida con il Pescara, che decise, di fatto, l’esito della stagione e nella quale fu protagonista involontario di un episodio particolare.
Lo stesso Pantani oggi ricorda a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) quella partita.
RICORDI DI QUELA MATCH. «Il 2-0 alla Pro Vasto fece parte di un ciclo, che per noi si rivelò estremamente positivo in quanto inanellammo una lunga striscia di risultati favorevoli (12 di fila, di cui 7 successi e 5 pareggi). Il duello con il Pescara fu avvincente sino agli ultimi 90′, ma purtroppo il salto in B premiò gli abruzzesi, facendo restare tutti noi con il cruccio di ciò che era accaduto a dicembre, a Marsala».
A DIRIGERE LA PARTITA ERA STATO DESIGNATO LUIGI CELLI, DI TRIESTE. «Il “fischietto” friulano, però, non si presentò allo stadio. Per regolamento, quindi, andava reperito un altro arbitro di serie C. Noi proponemmo Sansò, che casualmente era al nostro seguito, ma la scelta ricadde su Lombardo, che era di Marsala, cosa che a noi non sembrò giusta. Inoltre, prima dell’incontro, mentre ci riscaldavamo, fummo oggetto di un lancio di pietre ed una di queste colpì ad una guancia l’allenatore Losi, procurandogli un taglio. Insomma, si creò un clima di tensione, che ci indusse a decidere di non giocare, nella convinzione che la Federazione avrebbe fissato una nuova data. Invece, fu decretata la nostra sconfitta a tavolino e la penalizzazione di un punto».
L’8 GIUGNO ’74 IL LECCE SI PRESENTO’ A PESCARA A -1 DAGLI ABRUZZESI. SAREBBE BASTATA UNA VITTORIA. «La sfida, però, terminò in parità. Ci portammo in vantaggio con Ferrari, salvo incassare poi il gol dell’1-1. Personalmente, con mia grande sorpresa, fui sostituito al 28′ del primo tempo. Qualcuno mi vide parlare prima della gara con il presidente del club abruzzese, che era, come mio suocero, un noto ginecologo. Si trattava quindi di un semplice scambio di saluti, ma qualcuno pensò che stessi effettuando una combine ed indusse Losi a farmi uscire. Un sospetto assurdo, in quanto mai avrei fatto una cosa del genere, perché la mia morale non me lo avrebbe mai permesso, ma anche perché avrei voluto fortemente la promozione in B, come tutti i miei compagni di squadra».