In giornata, gli agenti della Digos di Bari, Lecce, Foggia e Pordenone hanno disposto delle ispezioni nei domicili di tifosi di Bari e Lecce, fazioni protagoniste degli scontri del 23 febbraio.

Dall’alba di oggi, le ispezioni sono state disposte dalla Procura della Repubblica del capoluogo dauno. Sono complessivamente 39 le verifiche eseguite nelle ultime ore, delle quali 25 nei confronti di individui appartenenti alla tifoseria organizzata barese e 14 nei confronti di ultras giallorossi.

Oltre alle perquisizioni domiciliari, sono state controllate le sedi dei più importanti club degli ultras del Bari. Ad essere rinvenuto è stato del materiale esplodente e oggetti atti a offendere.

L’attività odierna, coordinata dal sostituto procuratore Marco Gambardella, non ha portato a provvedimenti o denunce. Tuttavia, nel corso delle prossime ore, potrebbero emergere nomi di nuovi indagati e misure Daspo, i divieti di partecipazione alle manifestazioni sportive.

L’indagine prosegue dal 23 febbraio scorso quando si è verificata la violenta rissa sull’autostrada A16, all’altezza dello svincolo per Cerignola. I tifosi baresi erano diretti a Castellamare di Stabia per un match con la Cavese. I salentini viaggiavano verso Roma per la partita del campionato di serie A in casa della formazione allenata da Fonseca.

Partito l’agguato, un furgoncino sul quale si trovavano i giallorossi era stato persino dato alle fiamme e diversi altri erano stati danneggiati.

Poche ore dopo l’accaduto, la Digos del capoluogo pugliese aveva identificato una novantina di tifosi di entrambe le squadre, ne aveva denunciati quattro e rinvenuto del materiale utilizzato durante l’assalto