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Corini, Cellino e la storia nata per…un accredito mancato

L’edizione odierna del Giornale di Brescia racconta uno spaccato del rapporto tra l’oggi tecnico del Lecce e il vulcanico presidente delle Rondinelle. Il rapporto tormentato col presidente, però, non annulla i grandi successi raccolti da Corini al Rigamonti.

Brescia-Lecce rappresenterà un’altalena di emozioni per Eugenio Corini, avversario nello stadio della sua città, dove ha esordito da calciatore a 17 anni e, soprattutto, dove da allenatore ha raccolto la più grande soddisfazione professionale: riportare il Brescia in A dopo otto anni.

La panchina del Brescia, per Corini, rappresenta però anche il tribolatissimo rapporto con Massimo Cellino. Il quotidiano bresciano, nell’approfondimento curato da Cristiano Tognoli, racconta il susseguirsi dei rapporti tesi tra le parti. Corini ha confidato che lavorare al Brescia è stato “come camminare sui gusci di uova”. Dall’altra parte, Cellino ha più volte ammesso di aver sbagliato a non cambiare Corini dopo la promozione. “Se avessi saputo che era bresciano non l’avrei preso”, disse addirittura il primo dirigente in una trasmissione tv.

Ad avvalorare ciò interviene il racconto sull’approdo di Corini al Rigamonti. Il contatto tra i due è nato da una (presunta) incomprensione al botteghino accrediti. Il 15 settembre 2018, Corini, libero dopo l’esonero patito al Novara, si recò allo stadio, dopo un pranzo familiare a Bagnolo Mella, per vedere Brescia-Pescara in compagnia dei collaboratori Lanna e Sciuto.

La richiesta d’accredito di Corini fu però accolta…in parte. C’era il biglietto per lui ma non per gli assistenti. Il trainer decise così andare in Gradinata. I tifosi biancoazzurri lo notarono, quasi acclamandolo dopo l’1-1 finale; al vantaggio bresciano di Morosini rispose Monachello nel finale.

La notizia generò una serie di voci: si parlava di un Corini in Gradinata per evitare gli occhi indiscreti dei giornalisti, ma la verità descritta dal Giornale di Brescia fu un’altra. Cellino contattò il tecnico ufficialmente per scusarsi dell’accaduto ma in realtà ci fu un primo confronto sulle qualità del Brescia. Due giorni dopo, Corini divenne il tecnico della cavalcata trionfale firmata sul campo dai gol di Donnarumma e Torregrossa, dalla stella Tonali e dalla quantità dei centrocampisti “coriniani” Bisoli e Ndoj.

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