Il tecnico ha concesso oggi una lunga intervista alla Gazzetta di Parma. Non sono mancati gli spunti sul suo passato nel Lecce, tra la doppia promozione e la retrocessione dello scorso anno.
LA DIFFICOLTA’ DELLA MASSIMA SERIE. “Nella prima stagione s’era creata una splendida alchimia ma, come sapete voi anche a Parma, un conto è passare dalla C alla B, e uno dalla B alla A. Dopo la prima promozione abbiamo cambiato 14 o 15 giocatori per essere competitivi tra i cadetti. Ma non puoi fare la stessa cosa quando arrivi in A perché ci vorrebbero cifre fuori portata. Non per niente ogni anno in media scendono in B due delle tre neopromosse”.
EPISODI DA RIMPIANGERE. “Noi poi siamo stati sfortunati sia su alcuni episodi, tipo il rigore sbagliato nello scontro diretto col Genoa con successivo gol incassato all’86’, o a Cagliari dove abbiamo sciupato tre palle gol nell’area piccola, sia nell’esplosione del Covid. Fino a marzo eravamo fuori dalla zona ‘rossa’, poi da neopromossa abbiamo pagato i tanti impegni ravvicinati. Ma a Lecce è rimasto un impianto che consentirà loro di fare un bel campionato quest’anno“.
PRESENTE E PRANDELLI MODELLO. “Questo è un campionato strano, compresso e con tanti impegni, ci si allena giocando e questo è un problema per ragazzi come Cyprien, Valenti e Brunetta che sono reduci da lunghi stop, mentre i nostri calciatori hanno giocato fino ad agosto inoltrato. A chi mi ispiro? Tra i tecnici che mi hanno preceduto a Parma direi Cesare Prandelli che mi ha allenato a Firenze. Fu bravo a raggiungere traguardi importanti puntando sui giovani che è quello che mi chiede la società, arrivare tra 10° e il 16° posto lanciando qualche ragazzo. In genere mi diverto guardando l’Atletico Madrid, l’Atalanta e il Sassuolo“