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Corvino: “A Lecce senza tifosi è stata dura. Tanti sforzi per motivare la squadra…”

Il d.s. del Lecce è stato ospite di Pentasport, trasmissione radiofonica di Radio Bruno.

ENTUSIASMO ATTORNO ALLA NAZIONALE. “Mancini ha il merito di far vedere una nazionale interessante sotto l’aspetto tecnico. Sta dimostrando di aver dato due aspetti importanti all’Italia: determinazione, voglia di arrivare alla vittoria e il piacere di cantare a squarciagola quell’inno nazionale che ci ha sempre fatto un po’ soffrire quando vedevamo più entusiasmo da parte degli avversari. Quando li sento mi fanno accapponare la pelle. Questo è sinonimo di valori, tecnici e comportamentali, trasmessi dal tecnico. Il calcio di Mancini? La qualità che ha è mettere l’uomo giusto al posto giusto, l’allenatore migliore fa solo quello, oltre che trasferire rabbia agonistica e determinazione”.

CALCIO SENZA TIFOSI. “L’assenza dei tifosi ha avuto un impatto deleterio, creando dei ‘morti’, parlo a livello societario. Il calcio con il Covid è stato un qualcosa che ha fatto male allo sport stesso. Credo che è difficile rifarsi subito, ci vuole tempo, i costi sono aumentati e i ricavi dimezzati. Questo è un calcio al collasso, i grandi club sono in difficoltà e tutto è più difficile”.

GIOCATORI CONDIZIONATI DAL RITORNO DEL PUBBLICO. “Bisogna cercare di equilibrare tutto e non sarà facile. Noi a Lecce quest’anno abbiamo pagato le conseguenze del Covid, non è stato facile fare una stagione senza tifosi, da soli. I dirigenti hanno fatto calcio da soli. Riuscire a motivare una squadra senza l’apporto dei tifosi è stato qualcosa che ha fatto spendere tante energie e non solo. Ora ci sono però da fare altri sforzi per ripartire”.

LO STRAPOTERE DEI PROCURATORI. “Cosa si può fare? Dopo la legge Bosman è da tempo che i procuratori hanno alterato gli equilibri. Prima il calciatore era di proprietà delle squadre e i procuratori avevano poco da reclamare. Ora i calciatori sono quasi di proprietà dei procuratori e le società subiscono di conseguenza. La situazione viene da lontano, appunto dalla legge Bosman. Si tratta solo di sapere con chi si può lavorare di più e con chi lavorare di meno. E’ giusto tenere conto di questi equilibri”.

ACCUSE. “Io vengo accusato di aver lavorato molto con un agente, Ramadani. Io a Lecce non ho mai portato suoi calciatori, sono stato a Bologna due anni e siamo andati in A. A marzo eravamo al nono posto. Quindi in Emilia non ho condotto nessun suo calciatore. Per tanti motivi sono tornato alla Fiorentina. Se si vedono i 7-8 calciatori da lui assistiti si notano delle plusvalenze. Ramadani mi ha proposto 30 giocatori, non 7-8, quelli che ho portato in viola. Se il procuratore ha fatto danni economici, è da cacciare. Se invece il procuratore produce del valore è facile capire che è meglio lavorare con certi procuratori che con altri”. 

 

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Gianni
Gianni
2 anni fa

Grande Pantaleo ⚽

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2 anni fa

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