In occasione della presentazione di Thorir Helgason, ha preso parola il direttore sportivo del Lecce Pantaleo Corvino.
HELGASON. “E’ un calciatore che, devo essere sincero, su cui mi sento in dovere di dirvi qualcosa. Arriva quest’anno ma lo seguo dall’anno scorso anche se non fu possibile arrivarci perché le pretese del club erano molto elevate. Non ci siamo però persi di vista, conosco il suo agente e ne ho approfittato perché era in scadenza a dicembre. Ha grandissime potenzialità, sono sicuro possa diventare un giocatore importante. E’ alto ed ha gamba, ha caratteristiche da box to box ma ha anche un futuro da play. Al momento è più offensivo che difensivo, ma ha le qualità del tuttocampista”.
STRANIERI E GIOVANI. “Sembra che io prenda solo stranieri, forse alcuni vogliono fare questo giochino dimenticandosi che ho preso due italiani su cinque. Solo che c’è chi può solo parlare, io devo invece fare i fatti. Quando si prendono stranieri è anche perché devo tenere conto di tante cose. Tornando dalla Serie A noi abbiamo ereditato solo tre calciatori, ovvero Gabriel, Benzar e Vera, questi ultimi due insieme pagati tre milioni di euro e che non sono certo italiani. Rispondo a quel qualcuno che fa dei rumors e non bisogna pensare che quel qualcuno sia possessore della verità. Chi pensa non sia così mi può contraddire in qualsiasi modo. Inoltre c’era un settore giovanile con scarso patrimonio. Lo stesso settore che io lasciai con un record di spettatori ad assistere ad una finale di Coppa. Ora siamo in Primavera 1 e vogliamo rimanerci, i miei acquisti vanno anche in quel senso”.
MERCATO. “Questa società, purtroppo, ora non può permettersi di spendere un milione e mezzo di euro per un calciatore. L’anno scorso ho speso quella cifra per tutto il mercato. Patrimonializzare un club con le risorse che ti da la Serie B non è facile ma noi ci stiamo provando. Poi giudicate voi se bene o male, noi intanto ci stiamo provando. Patrimonializzare prendendo italiani sarebbe la cosa più facile, ma per farlo o hai risorse importanti o devi lavorare per gli altri prendendoli in prestito e facendoli crescere. Questa sarebbe la cosa più facile, ma se non si può fare bisogna impegnarsi e trovare altre strade. Il mio è un grande impegno figlio di un lavoro durato anni. Io non apro la porta e mi trovo giocatori stranieri che mi vengono a trovare. Serve visione globali, come servono creatività e virtuosità. Io sono leccese e voglio che il mio territorio non lavori per gli altri, ma crei patrimonio. Anche i pinguini sanno chi è Pantaleo Corvino“.