Le statistiche della gara vinta a Ferrara premiano il gioco offensivo della squadra di Marco Baroni. Il dato singolare riguarda proprio la scelta delle conclusioni
Tre reti, un altro grappolo di expected goals messi in cascina e una vittoria meritata nonostante una leggera inferiorità sul piano del possesso palla (50.45 per la SPAL contro i 49.55 del Lecce). La doppietta di Strefezza, successiva al gol di Gargiulo e al temporaneo pari di Colombo, ha contribuito però a un altro, strano, apice delle statistiche offensive del Lecce. SPAL-Lecce 1-3 è la gara in cui, in media, i giallorossi hanno concluso da una distanza media maggiore: 22,7 metri. La scelta di operare tiri da fuori area, Strefezza docet, non ha assolutamente abbassato la pericolosità per la porta di Pomini. Basandoci sempre sull’indice xG, il Lecce ha surclassato la SPAL con una pericolosità di 1.84 a 0.96: solo con Benevento, Monza e Parma Lucioni e compagni hanno creato più occasioni da rete.
Delle percentuali di riuscita interessante si denotano poi negli attacchi di posizione. Quasi un’azione manovrata su tre (12 su 37) ha generato una conclusione verso la porta estense. Difensivamente, un altro numero al top riguarda le palle recuperate, fondamentale su cui il tecnico della SPAL Clotet cercava di mettere in guardia i suoi, anche se così non è stato. Il pallone soffiato da Majer a Esposito, che poi ha portato allo 0-1, è uno dei 102 recuperi del Lecce, per la prima volta a tre cifre in questo dato.