Nonostante il grande equilibrio che rende i giallorossi la seconda miglior difesa, Baroni ha costruito una squadra che pensa soprattutto a fare il proprio gioco.
C’è chi pensa, erroneamente, che per mantenere quanto più immacolata possibile una porta sia necessario saper giocare sporco, dove mostrare i muscoli con le cattive per non far arrivare gli avversari in zona gol. Sebbene ci sia un fondo di verità (l’agonismo è una componente alla quale nessun giocatore, dalla Champions alla periferia, può rinunciare), la realtà dei fatti ci dice che l’organizzazione è la vera arma a disposizione di chi vuole segnare senza prenderle. E il Lecce è un classico esempio.
Per i giallorossi, appunto, parlano i numeri: miglior attacco e seconda miglior difesa (con 6 gol presi in 2 serate infelici e gli agli 11 distribuiti in 18 occasioni), tutto ciò risultando la squadra più “buona” del torneo. Per tenere al sicuro Gabriel e Bleve Lucioni e compagni non hanno avuto bisogno di ricorrere particolarmente alle maniere forti, come dimostra lo zero alla voce rossi subiti (unica squadra in Serie B) ed i 41 gialli al passivo.
Tra i cadetti tutte le squadre, Lecce escluso, hanno ricevuto almeno un’espulsione, dalla singola di Brescia, Cremonese, Como e Frosinone alle 5 del Monza e 6 del Pordenone. Tornando alle ammonizioni, c’è chi ha fatto meglio dell’undici salentino, ovvero Cosenza (34) e Brescia (40). Queste ultime però, come detto, hanno avuto a che fare con la massima sanzione.
A beneficiare di tutto ciò non è solito la mentalità, poiché una squadra che non ha bisogno di giocare più sporco ha anche più tempo ed energie a disposizione del produrre. Ne beneficia soprattutto il parco giocatori a disposizione di Marco Baroni che, dopo venti giornate, non ha dovuto mai rinunciare ad un suo calciatore per squalifica. E, con calendari così fitti ed infortuni sempre in agguato, non è certo poco.
Bene così
È nel dna del gioco di Baroni, mai chiusura sulla difensiva men che meno catenaccio, al contrario ripartenze veloci verso la metà campo avversaria. Ovvio che per questo tipo di gioco serve tecnica e velocità e come giustamente compreso dalla società, una panchina lunga perche il dispendio di energia e’ notevole.
Ora anche la dose necessaria di cinismo. E gestione oculata delle diffide
Questo fa capire che siamo molto tecnici, se ci mettiamo anche la grinta non ce n’è per nussuno