Il romano, ex attaccante giallorosso, racconta la sua promozione del 1992/1993 nell’evento organizzato ieri sera dalla libreria La Feltrinelli di via Templari
Paolo Baldieri fu uno degli alfieri del sorprendente Lecce di Bruno Bolchi che raggiunse all’ultimo la Serie A dopo una domenica di alte emozioni tra la vittoria contro la Lucchese e l’orecchio attento alle radioline prima del tripudio regalato dalla vittoria del Padova sull’Ascoli. Baldieri, autore di 3 gol, fu più che altro assistman per gli insoliti cannonieri Ceramicola e Rizzolo.
“Era una squadra nutrita di talenti giovani – confessa Baldieri –, Orlandini, Scarchilli, Flamigni, Biondo, Grosso. Poi c’erano gli anziani, io, Ceramicola, Benedetti e Notaristefano capaci di frenarli. Abbiamo risalito le posizioni della classifica pian piano, segnavamo tutti e sui calci da fermo gli avversari non sapevano chi marcare. A differenza del Lecce di oggi, noi avevamo tanti prestiti, infatti poi l’anno dopo in A facemmo ben poco. Il calcio di oggi? Ai bambini di oggi non va data fantasia, c’è troppa tattica. Non posso vedere terzini che arrivano sul fondo e passano la palla al proprio portiere senza mettere palla e puntare”.