La bruttissima notizia che ha sconvolto il mondo del calcio oggi è la morte di Sinisa Mihajlovic a 53 anni dopo una lunga battaglia contro la leucemia. Il 22 dicembre 2019 l’allenatore serbo ha vissuto l’ultima panchina a Lecce in una gara particolare per lui contro l’amico e ex compagno Fabio Liverani.
Sinisa Mihajlovic non è più tra noi. Il guerriero purtroppo si è arreso ingiustamente contro la leucemia nel pomeriggio di oggi. Ricordare il mago delle punizioni dal sinistro infallibile da queste latitudini porta alla memoria la particolarità della sua ultima gara da allenatore contro il Lecce. Miha, alla guida del Bologna, volle fortemente tornare in panchina dai suoi ragazzi proprio al Via del Mare dopo un lungo periodo di terapie molto impattanti e, per giunta, affrontando un tour de force di mezzi di trasporto per raggiungere il Salento dopo una visita dai parenti in Serbia.
Sul rettangolo verde, Mihajlovic, ben coperto dal berretto, si posizionò in panchina guidando i suoi ragazzi. Durante la partita, la Curva Nord leccese gli tributò anche un coro “Sinisa lotta da ultras”, ma l’episodio emblematico, ricordato con importanza dallo stesso Sinisa, avvenne al 40′ del primo tempo. Con il Bologna in vantaggio 0-1, Medel andò su tutte le furie dopo un tunnel incassato da Tachtsidis. Il cileno fece un fallaccio sul 77 del Lecce e l’allenatore si scagliò in campo contro il suo calciatore per sedare la rissa. Medel, condizionato dalla furia agonistica, litigò anche con Mihajlovic. L’episodio, tanto ordinario per un uomo noto per il suo temperamento anche da calciatore, fu emblematico di una rinascita che il serbo tanto desiderava. Nell’autobiografia “La partita della vita”, dove si raccontò la sua vita di pari passo con la lunga trafila di cure affrontate, Mihajlovic dedicò uno spazio a questo momento.
Il serbo raccontava così del suo ritorno alla quotidianità nonostante tutto: “Se ne è accorto un mio giocatore, Medel, a Lecce -racconta il serbo nella biografia-. L’ho rimproverato entrando in campo per separarlo da un avversario con cui stava litigando, l’ho strattonato e allontanato a brutto muso. Mi ha guardato storto, l’adrenalina in campo può farti perdere il controllo, lo so per esperienza. Dico la verità, un po’ l’ho voluto quello scontro, cercavo un pretesto per dare una svegliata alla squadra e forse anche per risentirmi anch’io come sono sempre stato”.
Mihajlovic, nel rimembrare l’importanza dell’episodio che supera l’aspetto sportivo, chiuse così il ricordo, pensando anche la vittoria dei suoi: “Quando Gary ha reagito verso di me, mi si stava chiudendo la vena come al solito, poi mi sono fermato. In passato, se un mio giocatore mi avesse mandato a quel paese, lo avrei strozzato in campo, ora invece non perdo più la lucidità e gli ho parlato negli spogliatoi: quella scintilla è servita per vincere la partita”.
Solo chi soffre o ha sofferto può comprendere… fai buon viaggio Sinisa…
Finalmente riunito con l’amico Arkan 🤷🏻♀️
Bello che acidità
Grandissimo!!! 🙏
Mi dispiace tanto, una persona per bene per me.