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Chevanton: “Ho sofferto per De Canio, con i Tesoro mi trovai male. Ma l’amore per Lecce supera tutto”

Le parole di Javier Ernesto Chevanton ospite di Goal Car, a cui ha raccontato la sua storia ed il suo affetto per Lecce

ARRIVO A LECCE. “Avevo 20 anni, ero in Uruguay, mentre facevo la Coppa America fui contattato per venire in Italia ma ancora non conoscevo la piazza. Ricordo che arrivai in ritiro con un vestito blu che credevo fosse di moda, visto che venivo nel Paese della moda, e invece era orribile ed infatti ridevano tutti. Mi hanno voluto tutti bene dal primo giorno che sono arrivato. Giacomazzi arrivò con me e ci dissero subito del calore del pubblico. All’epoca l’allenatore era Cavasin, ma l’ho avuto davvero poco perché fu esonerato dopo sei mesi per essere sostituito da Delio Rossi che mi ha insegnato tanto e che per me è ancora oggi un amico speciale”.

INIZI. “Parlavo poco italiano, per fortuna c’era Giacomazzi con me. Pensavamo di uscire tranquilli in città perché magari non ci conosceva nessuno, invece non è stato così. Ricordo poi che prima dell’esordio non stavo bene, avevo un po’ paura, ma al presidente dissi che era tutto ok, in maniera quasi spavalda. E col Parma feci gol dopo un paio di minuti, una cosa incredibile. Lì sono subito entrato in sintonia con i tifosi”.

PROMOZIONE. “Il primo anno feci dieci gol, quando il calcio italiano era ancora al top. Al secondo anno giocavamo invece in B, avevo la possibilità di andarmene ma con il procuratore decidemmo di rimanere perché dovevo crescere ancora e poi volevo riportare la squadra in A. Vincemmo il campionato e tornato in A feci tanti gol, battendo ogni record societario”.

RITORNO A LECCE. “Nel 2010 presi una lunga squalifica, di cinque turni, per un’espulsione rimediata la Samp. Era un periodo complicato, ero tornato da Siviglia perché ero affezionato al Lecce. Mi mancava la città, già ai tempi in cui ero al Monaco ogni volta che tornavo lì pensavo già a quanto tempo rimanesse prima di andare via e tornare qui. Quando tornai nel 2010 c’era De Canio, non mi trovai bene perché forse soffriva il fatto che la gente mi voleva tanto bene. Mi fece dei dispetti che ho sofferto, ma sono stato bravo a non mollare mai. Fui ripagato poi con le partite con il Napoli e a Parma con dei gol speciali che ci hanno dato la salvezza. Contro la Samp me la presi con Marilungo, gli diedi un calcio e arrivò la squalifica”.

MERCATO. “Invece che al Monaco sarei potuto restare in Serie A ed andare al Palermo o all’Inter, che mi avrebbe poi girato in prestito alla Fiorentina. La Juventus? Non ci sarei mai andato, come al Bari. Ho avuto una proposta dal Taranto ma ho rifiutato”.

RITORNO IN C. “Mi trovai malissimo con la nuova società, si comportarono veramente male e non c’era professionalità. Ma non mi sono mai pentito di Lecce, non lo avrei mai fatto. Lerda poi non mi parlava, lo faceva solo per chiedermi di parlare con dei giocatori per convincerli a rimanere col club in Serie C. All’epoca prendevo il minimo, 900 euro, e ne spendevo 1200 per l’affitto. Pensa l’affetto che ho per Lecce. Avrei giocato gratis, il sogno era finire la carriera qui ma non me lo hanno fatto fare”.

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Max
Max
1 anno fa

Il calciatore più forte mai passato da Lecce.

Rod66
Rod66
1 anno fa

Con i tesoro gli anni più bui del lecce, da quando seguo il calcio. Per fortuna poi è arrivato San Saverio a mettere le cose a posto….che possa campare 100 anni e di buona salute💪💪💪

Giorgio
Giorgio
1 anno fa

Sono un fan accanito di Cheva, ma con queste dichiarazioni dopo tanti anni e dopo tanta acqua passata sotto i ponti mi delude un po. Essendo un uomo di sport sa perfettamente che le cose delle squadre devono restare nelle squadre. Con queste dichiarazioni mostra di non avere abbastanza catattere da riuscire a superarle. Dai Javier, guarda avanti.

Massimo
Massimo
1 anno fa
Reply to  Giorgio

Invece ha fatto bene, almeno per chi già non immaginava, non è stato rivelato alcun gran segreto, di quanto De Canio e Lerda fossero delle grandi teste di cavolo da parte mia lo consideravo da sempre.

Ciccio Panza
Ciccio Panza
1 anno fa
Reply to  Giorgio

Ha fatto bene invece! Non gioca più da anni ed è giusto che adesso possa togliersi qualche sassolino. In fin dei conti, quanto ha rivelato non è poi una novità per chi conosce i fatti del Lecce.

Massimo
Massimo
1 anno fa

Grande Cheva, per sempre nel mio cuore.
Su De Canio e Lerda stendo un velo pietoso.

PS Tra qualche anno aspetto di sentire qualcosa di Rodriguez su Baroni.

Graziano
Graziano
1 anno fa
Reply to  Massimo

La differenza è che dal punto di vista calcistico cheva era un mostro ,Rodriguez nu bete mancu lu pilu te la palla sx…..De Canio aveva un caratteraccio ma era un ottimo allenatore mentre Baroni sta facendo spappolare fegati proprio a chi sosteneva dru piccinnu scemu te Rodriguez

RosarioBiondonelcuore
RosarioBiondonelcuore
1 anno fa
Reply to  Graziano

Rispetto le tue idee Graziano come quelle di Massimo Giorgio e gli altri che hanno commentato, e per questo motivo vorrei esprimere le mie senza per lo meno essere offeso. Avendo tutti un proprio carattere fatto di pregi e difetti ci affezioniamo o meno a questo o a quel personaggio del momento. Per me Cheva è poesia allo stato puro. Fortissimo nei suoi primi anni a Lecce tanto da meritare palcoscenici Europei di altissimo livello. È davanti agli occhi di tutti, nn dico niente diverso da quello che tutti noi abbiamo visto con giocate e gol che ci hanno fatto innamorare incondizionatamente di Javier valutandolo un Top player dell’epoca e secondo migliore straniero del Lecce dietro solo all’immenso Beto Barbas. Come i suoi due ritorni sono stati fatti con il cuore prima di tutto ed ho ancora nella mente i play off in c giocando con una spalla sola. Detto ciò però, sempre per quel principio che si soffre di simpatie ed antipatie spezzo una lancia in favore di De Canio, primo allenatore a vincere il campionato di b con il Lecce. Lo Chevanton arrivato nella gestione De Canio, vuoi per il bruttissimo infortunio avuto a Siviglia, dove dopo nn si mai più espresso a quei livelli, tanto che l’anno prima a Bergamo nn aveva per niente brillato, vuoi anche per dei suoi limiti caratteriali da buon sudamericano, e vuoi anche quel bruttissimo fallo da vendicatore della notte gratuito(ed il mio nickname dovrebbe farvi capire che se un giocatore fa del gioco duro una forma d’arte come sapeva fare Biondo lo ritengo un giocatore da ricordare per sempre) che sicuramente avrà fatto incavolare il buon Gigi, le sue colpe c’è la anche lui. Diverso invece il discorso Lerda che io nn considero allenatore.

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