La vittoria conquistata al Gewiss Stadium fa proseguire la falsariga già vista nell’1-1, anche quello di sofferenza, contro la Roma
Il Lecce di Marco Baroni potrebbe riscrivere il concetto di gioco difensivo quando si affrontano le grandi della Serie A. Come accaduto due sabati fa al Via del Mare, anche a Bergamo i giallorossi riescono a strappare un risultato utile giocando senza paura con intensità negli uno contro uno andando ad aggredire l’impostazione invece che aspettare gli avversari nella propria trequarti. Se con la Roma la strategia ha portato un punto con Falcone migliore in campo, a Bergamo il canovaccio è stato più o meno simile, ma con due punti in più. Falcone ha compiuto sì una sciocchezza perdendo palla in occasione dell’1-2 di Hojlund, ma oltre al salvataggio strappa-capelli su Muriel al 95′, ha aggiunto altre 6 parate che, aggiunte ai tiri fuori dallo specchio, fanno 17 tiri scagliati contro i 4 del Lecce.
I padroni di casa, dopo aver incassato la rete di Ceesay, non hanno sfruttato il 63% di possesso palla. L’Atalanta ha perso ben 144 palloni: è stato il record negativo stagionale che dimostra l’obiettivo, raggiunto, di non fare sviluppare idee per non correre ulteriori (e maggiori) rischi. Anche senza arrivare all’apice dei 24 falli di Lecce-Roma, la retroguardia ha fatto ampio ricorso alle spazzate (33) e a scivolate (record, 7 riuscite su 17 tentativi). L’altra faccia della medaglia è la ricerca di profondità una volta riconquistato il pallone: 24% di azioni con lanci lunghi (record) e 2.36 passaggi per possesso palla contro 4.76 dell’Atalanta.
Offensivamente, il Lecce, seguendo quanto detto da Baroni nella conferenza stampa pregara, oltre a fare una prestazione perfetta ha sfruttato gli errori dell’Atalanta. Un contropiede-un gol e un calcio d’angolo offensivo-un gol. Il dato base rende l’idea di quanto i giallorossi, rispetto ad altre occasioni, non hanno sprecato niente sottoporta. Oltre ai tocchi vincenti di Ceesay e Blin, i salentini hanno tirato solo con Banda (alto al 15′) e Colombo, disturbato da Soppy, a pochissimi istanti dal fischio finale. Una menzione d’onore, oltre i soliti noti, va a Tuia. Il 32enne, titolare dopo cinque mesi (Torino-Lecce 1-0) ha giocato una partita pulita: 2 tackle scivolati riusciti su 2 tentativi, 4 duelli vinti su 9 (a Napoli fu 5/5) e 75% di precisione di passaggio.
Ci voleva anche un po’ di fortuna, se no a Bergamo punti non ne fai. Comunque, applicazione feroce di tutti e coraggio nei duelli, nell’aggressività e nel rubare palla, solo dovremmo cercare qualche palla gol in più ma a Bergamo era davvero difficile. Con questo impegno la salvezza non può sfuggire.