Contro la Lazio, il Lecce ha finalmente visto il sorriso di Remi Oudin, autore di una doppietta che suggella la crescita colta dal cambio di ruolo
Remi Oudin è l’ago della bilancia della fase offensiva del Lecce. Dopo teoria, lavoro, novità sotto i riflettori e idee fornite ai compagni, è arrivato il momento più bello, sicuramente meritato. In carriera, il 26enne non aveva mai concluso una stagione senza reti. Dai 4 gol in 24 gare al Reims in Ligue 2 del 2016/2017, Remi, nato esterno offensivo, ha sempre timbrato il cartellino, ripetendosi nella massima serie francese (10 reti al debutto) con i biancorossi e con il Bordeaux, squadra da cui è arrivato al Lecce in prestito da “esodato” di una rosa retrocessa in Ligue 2 nonostante tanta qualità a disposizione.
Oudin ha scelto l’Italia negli ultimi giorni di calciomercato andando a rimpolpare le fila delle ali d’attacco di Baroni. Lo stato di forma dei primi match era tutt’altro che smagliante, e prima di avere un sufficiente minutaggio ci è voluto un lungo lavoro di ricondizionamento. Nelle due titolarità prima della sosta mondiale (sconfitte con Bologna e Juventus), s’intravedevano i piedi educati e la scelta quasi sempre giusta palla al piede. Il tanto dispendio energetico richiesto alle ali dall’identità tattica del Lecce ha fatto un po’ annebbiare Oudin. Da qui è nato lo spostamento a centrocampo, visto anche il problema-gol patito dal Lecce nel periodo negativo con nove sconfitte nelle ultime dodici gare e, prima di Lazio-Lecce, una sola rete su azione.
Insieme a Blin e al connazionale Hjulmand, il dispendio di forze non è di certo inferiore a quello dell’attacco, ma il calcio di Oudin si è prestato più all’intensità richiesta nella zona nevralgica del campo che agli strappi per aprire le difese. Remi è diventato il fornitore ufficiale di assist per l’attacco. Lecce-Sampdoria 1-1, forse non a caso la partita con più tiri in porta e xG del campionato, è stata la prima tappa ufficiale della metamorfosi tattica. Con lui, il Lecce riesce a farsi pericoloso su palla inattiva. In più, per la squadra che tiene meno il pallone in A avere un uomo di qualità nella costruzione aiuta molto a produrre occasioni, in quanto, visti altri fattori, c’è bisogno di arrivare al tiro tante volte per sperare di raggranellare punti-salvezza.
Dopo la teoria e le potenzialità fatte vedere senza gol e assist refertati, ieri Oudin si è preso in mano il Lecce. Dagli assist per i compagni si è passati al gol personale. Il primo, di sinistro, da fuori area a suggellare una perentoria ripartenza condotta da Hjulmand e Gendrey. Ad inizio ripresa, l’inaspettato bis, di destro sporco spiazzando Provedel, a seguito del taglio centrale di Strefezza. Il sorriso nell’esultanza nascondeva la fatica, perchè di legna da spezzare ce n’è in mediana. Oudin, finalmente, ha però certificato una qualità che agli occhi di più rischiava di restare iscritta nella sezione potenzialità mai sfruttate.
Il ringraziamento, come successo per Strefezza l’anno scorso in B, va a Marco Baroni. Il tecnico ha insistito sull’idea nonostante l’iniziale scetticismo dell’ex Bordeaux, rivelato dall’allenatore durante una conferenza stampa. La doppietta dell’Olimpico che, con un pizzico di fortuna e resistenza in più, sarebbe potuta valere tre punti, ha anche un altro artefice. E guai a dire che il Lecce, fatta eccezione per le barricate finali, sia stato totalmente difensivista. Quando in campo c’è Oudin, elemento dalle spiccate propensioni offensive per gusti e curriculum, i salentini vogliono centrare la salvezza con un trequartista dietro al tridente.
Avanti Lecceeeeeee……
Uno dei pochi talentuosi che abbiamo, da subito si capiva che con i piedi ci sa fare. Peccato che Baroni ci ha messo troppo per trovargli la posizione. È da tenere per il prossimo anno.
Rémy Oudin bourgmestre de Lecce
Miticooooooo
Siamo in B lo Spezia ha distrutto il Milan
E basta cu sta spurchia!
VPNC menagramu!
dolce…Remi…!!!
Lo avevamo visto tuti che i piedi erano buoni, non a caso 3 anni fa fu pagato 10 milioni di euro … Solo Baroni se n’è accorto dopo circa 10 mesi. Corvino sempre number one!!
Che che ne dicano li fessa
Ti sbagli Baroni lo ha messo in campo sempre da quando è arrivato; il motivo è stato altro, Oudin che specifico mi piace molto perché ha qualità nel piede, ci ha messo molto ad ambientarsi e giocava contratto e timido. Ora si è sbloccato ha trovato la sua giusta posizione in campo e si vede. Sarà fondamentale per le prossime partite.
Concordo, per i vecchi del forum, ricordate un certo Platini che il primo anno non fece un gran figurone….