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Chevanton: “Noi leccesi abituati a soffrire, ma questa squadra ce la farà”

L’ex attaccante del Lecce ed attuale vice di Federico Coppitelli con la Primavera è stato intervistato nel podcast di Chiamarsi Bomber

LECCE DI OGGI. “Sono convinto che si salverà, restando in serie A. Noi leccesi siamo abituati a soffrire fino alla fine, abbiamo perso una partita importante col Verona che se avessimo vinto ci avrebbe dato dei bei punti per la salvezza ma il Lecce ha tutti gli ingredienti per restare in serie A, me lo auguro. Noi del Sud siamo tenaci, gli obiettivi li raggiungiamo sempre. Stiamo parlando di una città e di una tifoseria importante che riempie sempre lo stadio. Sono innamorato di questa squadra”.

PARAGONI. “No, questa squadra non ricorda il mio Lecce. È una squadra giovane come all’epoca ma sono giocatori diversi, sicuramente la filosofia del club di puntare sui giovani è rimasta la stessa ma la nostra serie A era più difficile, c’erano grandi giocatori in tutte le squadre”.

PRIMO GOL A SANT’ORONZO. “Sì è stato un segno del destino segnare nel giorno del santo patrono della città, feci il gol più veloce della serie A contro il mio amico Frey. Gli dissi che mi aveva fatto diventare famoso”.

SOPRANNOME. “Cheva, ma quando ero piccolo mi chiavano Papera, a Monaco l’animale, a Siviglia il Loco. Mi hanno dato tanti soprannomi ma nessuno mi chiama col mio primo nome Javier, mi chiamano tutti Ernesto”.

RUOLO “DI RISERVA”. “Il portiere, mi piace da morire. Quando ero piccolo avevo iniziato a giocare in porta ma in una partita mi fecero 10 gol e da quel giorno ho giocato in avanti. A Siviglia ai quarti di finale di Coppa del Re contro l’Espanyol ho giocato in porta negli ultimi minuti e ho parato anche un rigore, anche se in realtà l’avversario l’ha calciata fuori”.

GOL DEL CUORE. “A Lecce si ricordano tutti i miei gol al Napoli, al Perugia e al Milan, ma secondo me il gol più bello è quello che ho fatto al Bari. In Nazionale il gol più bello è quello su calcio di punizione contro il Paraguay durante le qualificazioni al Mondiale del 2006”.

A CASA. Ormai Lecce è casa mia, sono innamorato di questa città e di questa gente, sono arrivato qui da solo a 20 anni e mi hanno fatto sentire a casa. Sono grato a vita. Se sono passati 10 anni da quando ho smesso di giocare e la gente ancora mi dimostra il suo affetto significa che mi sono comportato bene”.

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11 mesi fa

Ernesto se trasi segni sicuru cullu Spezia

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11 mesi fa

Solo Chava❤️

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11 mesi fa

Cheva sempre nel ❤️

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11 mesi fa

grande cheva

unodellanord1987
unodellanord1987
11 mesi fa

Purtroppo Baroni non all’altezza, con un altro allenatore sicuramente eravamo già salvi. Non si possono perdere tutte le partite in casa . Baroni va esonerato immediatamente a fine campionato.

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11 mesi fa

Il più grande bomber della storia del lecce…

Luciano
Luciano
11 mesi fa

“Noi leccesi” e “Noi del sud” consacrano il primo posto tra tutti i giocatori passati da Lecce. Non so se gli è stata già data la cittadinanza onoraria ma, se ancora non l’avesse, è il caso di dargliela subito. Chevanton è il classico giocatore che qualsiasi tifoseria si augurerebbe di avere, noi abbiamo questa fortuna, non dimentichiamolo mai. Oltretutto è un generoso oltre limiti, ricordo di Rolex con dedica regalati a due amici leccesi che andarono a trovarlo quando giocava con il Monaco.

Cri
Cri
11 mesi fa

Spero di sbagliarmi, ma in altri tempi prima di queste partite si respirava un aria diversa a Lecce le squadre avversarie avevano quasi paura a presentarsi ,si caricava l’ambiente.
C’è troppo silenzio da parte degli addetti ai lavori e non ,speriamo che si stiano concentrando per vincere a tutti i costi.
Questa serie A è importante per tutti!!!

pas
pas
11 mesi fa
Reply to  Cri

è vero, troppo silenzio…. a me non dispiace, per ora. Secondo me, tutto l’ambiente è concentrato su “LA” partita.
Domenica, ne sono certo, esploderà il via del mare e i nostri ragazzi faranno “IL” partitone che varrà la stagione.
Forza Lecce!

Matteo Mesagne
Matteo Mesagne
11 mesi fa

Aprite la curva per l’allenamento vogliamo caricare i ragazzi e spingerli

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