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D’Aversa a marzo scorso: “Mi piacerebbe lavorare con continuità. Bastoni, Darmian e il 4-3-3…”

In un’intervista resa a tmw a marzo, l’allenatore abruzzese si pronunciava così sulla propria carriera, confessando delle trattative non andate in porto ed esaltando i giovani lanciati con il Parma a partire da Bastoni, Dimarco e Kulusevski.

Roberto D’Aversa è stato vicino a tornare in Serie A e in B già nello scorso campionato. Le trattative però non hanno convinto pienamente l’allenatore, che non vuole parlare di rifiuto. Anche la Salernitana, nel post Nicola, aveva sondato D’Aversa: “L’interesse? Sicuramente, quando si ricevono delle chiamate fa sempre molto piacere. Ce ne sono state sia dalla Serie A che dalla Serie B, è chiaro che poi si fanno delle valutazioni sulla base di un progetto duraturo. Non ci sono stati dei rifiuti da parte mia per alcune situazioni che si sono venute a creare. Magari quando non si trova un accordo si parla di rifiuto, ma effettivamente non ce ne sono stati se non uno, di poco tempo fa, in Serie B.

Sulla Salernitana, D’Aversa racconta: “Devo dire che quando c’è stata la chiamata da parte della Salernitana da parte mia c’era la volontà di andare in una piazza così importante. Avevo anche assistito ad una partita dal vivo dove avevo portato mio figlio a vedere Candreva, una promessa che gli avevo fatto. Alla fine però non ci sono state alcune circostanze per far sì che potessi andare a Salerno. Con Iervolino e De Sanctis ci siamo lasciati bene”.

L’allenatore abruzzese non nascose la sua ammirazione per Zdenek Zeman, maestro di metodi d’allenamento. Oltre al boemo, D’Aversa è rimasto stupito nel seguire la metodologia di lavoro di Gian Piero Gasperini: “(…) spesso vado a vedere anche il Pescara e gli allenamenti di Zdenek Zeman, che per noi giovani allenatori resta sempre un maestro. Sono veramente tante le partite che vedo in questo periodo, cosa che magari non accade quando lavoro. Ed in più ho avuto la fortuna di andare una settimana a Bergamo per seguire mister Gasperini, e ringrazio pubblicamente sia lui che l’Atalanta. Ho visto una grande organizzazione ed appurato di persona la bravura di un allenatore che sta facendo dei risultati importanti. E’ stato bello vederlo dal vivo ed ho scoperto cosa significa essere un grande allenatore come lui. Spesso e volentieri curava anche il particolare, cose che magari vengono fatte nel settore giovanile e non in una prima squadra composta da giocatori importanti. Ed invece Gasperini si dedica a migliorare il proprio calciatore, sia il giovane che quello esperto, anche su tutte le altre situazioni. Ero curioso di vedere Gasperini al lavoro, non tanto per il suo modo di fare calcio quanto per come lui trasmette ed insegna calcio in campo. E’ un talento naturale, non aveva neanche un foglio di preparazione dell’allenamento. Vuol dire che riesce anche a cambiare a seconda dello svolgimento del singolo allenamento”.

D’Aversa ha avuto la fortuna di allenare calciatori di spessore, elementi che alzano l’asticella del lavoro quotidiano. E’ fisiologico il paragone con Umtiti, avuto quest’anno a Lecce, e, per bocca di calciatori e staff, importantissimo per rendere al meglio sul campo di allenamento: “Io ho avuto la fortuna di avere Bruno Alves, un campione, e Gervinho che comunque è stato un calciatore top. Poi dipende anche dall’età in cui li alleni e di come vengono gestiti. Però sono giocatori che alzano il livello dell’allenamento, della professionalità e della qualità della squadra. Più campioni si hanno e meglio è. Il problema è allenare i giocatori meno bravi, non quelli bravi”.

L’allenatore, su espressa domanda, raccontò il lancio nel grande calcio di Alessandro Bastoni avuto al Parma: “Alessandro è venuto a Parma dopo un piccolo intervento al menisco. Già ai tempi del Lanciano, in Serie B, con il direttore Luca Leone avevamo provato a prenderlo. Quando arrivò da me lui era abituato a fare un tipo di calcio totalmente differente da come interpretavamo noi la fase difensiva. Gli ci è voluto un po’ di tempo sia per rimettersi apposto fisicamente che per capire alcune situazioni, ma nel momento in cui partì titolare nella partita che vincemmo contro il Torino iniziò la sua carriera. Secondo me sotto l’aspetto tecnico e di gestione palla è uno dei migliori, ha una efficacia nel passaggio in verticale non comune fra i giocatori top a livello europeo. Dal mio punto di vista deve migliorare sotto il profilo della cattiveria del difensore, ma credo sia già un top player”

Nella città ducale, D’Aversa ha dato fiducia anche all’altro interista Federico Dimarco: “Il piede che ha lui difficilmente lo si può ritrovare in altri calciatori. Può fare qualsiasi cosa, se decide di mettere la palla in un certo punto della porta riesce a piazzarla lì. Con me è cresciuto sotto il profilo difensivo, ma credo che nel suo percorso gli sia servita molto l’esperienza di Verona con Ivan Juric dove ha lavorato sul riferimento e cambiato anche ruolo. Spesso e volentieri infatti ha fatto delle grandi partite anche da braccetto oltre che da quarto di sinistra. Paga solo la struttura fisica, ma è determinante”.

D’Aversa, e qui il tema s’incrocia con i profili ogni tanto ricercati dal Lecce, è riuscito anche nel rilancio di Darmian, ripartito da Parma dopo aver perso la continuità con il Manchester United: “Ho trovato un ragazzo eccezionale, che sento tutt’ora. Ed il fatto che contro il Porto in Champions League è stato il migliore in campo dell’Inter mi ha reso molto felice perché è un bravissimo ragazzo, umile, che ogni padre vorrebbe per la propria figlia. Come giocatore può ricoprire diversi ruoli, sia come terzino oppure come braccetto. Ho sempre apprezzato la sua duttilità e la sua umiltà”.

Come descritto già in avvio, la gemma di D’Aversa fu soprattutto Dejan Kulusevski, esploso alle sue dipendenze direttamente dalla Primavera dell’Atalanta: “Lo vidi durante la semifinale scudetto Primavera a Parma, si giocava al Tardini ed approfittai per seguirlo dal vivo. Dietro a Dejan c’erano già tante società (anche il Lecce, ndr). Con me a Parma avrebbe potuto giocare di più rispetto ad altre squadre, questo ha fatto la differenza. E nel momento in cui ha giocato ha stupito tutti. Nella costruzione della squadra lo avevamo inserito a centrocampo. Ma poiché avevo bisogno di un esterno offensivo mancino che giocasse a piede invertito dopo due allenamenti puntai su di lui. Sin da subito ha catturato l’occhio per la forza, la determinazione e la voglia che aveva di arrivare. Non voleva mai perdere, nemmeno in allenamento”. 

Sui “rimpianti”, invece, D’Aversa fa un nome: “Alberto Grassi. Ma le motivazioni sono legate solamente ai vari infortuni che ha avuto, è stato davvero sfortunato. Grassi è un giocatore forte, tecnicamente gioca sia con il piede destro che sinistro”.

Nel descrivere le sue motivazioni per ripartire, D’Aversa delineò un suo ritratto: “E’ chiaro che un allenatore vorrebbe sempre allenare in Serie A. Come ho dimostrato in passato però io penso che la categoria sia importante ma fino ad un certo punto. Quando scelsi Parma in Lega Pro, pur avendo la possibilità di andare in Serie B, optai per una piazza non riconducibile ad una categoria. Mi piacerebbe lavorare con una certa continuità, fare quello che è stato fatto a Parma perché per dare i propri principi ed i propri concetti ci vuole del tempo. La mia ambizione è questa, non mi sento un allenatore per 3 o 4 mesi. Ho l’ambizione di arrivare a livelli alti, valuterò anche il progetto perché ci sono piazze importanti che non possono essere giudicate dalla categoria. Come modulo ho sempre cercato di giocare con il 4-3-3, magari anche variando in un 4-3-2-1 portano dentro gli attaccanti in base alle loro caratteristiche. Alla Sampdoria ho giocato con un 4-4-2 perché le caratteristiche dei calciatori si adattavano a questo sistema di gioco, che dipende sempre dai calciatori che hai a disposizione. Se ho la fortuna di poter costruire una squadra cerco sempre di farlo affinché possa giocare con il 4-3-3 ma non sempre alla stessa maniera. Bisogna sempre ragionare sulle due fasi: sul modo di difendere e su quello di costruire. La costruzione può essere fatta a 4, ma anche a 3 abbassando un centrocampista e tenendo un terzino bloccato. Poi ovviamente dipende tutto dalle caratteristiche dei propri giocatori e della squadra che si va ad affrontare”.

 

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10 mesi fa

Passa al 343 se hai visto il Gasp!

Ivan
Ivan
10 mesi fa

Prendere Ballardini che é una garanzia. i

Luana
Luana
10 mesi fa
Reply to  Ivan

Ha firmato per la Cremonese una settimana fa.

Ale
Ale
10 mesi fa
Reply to  Luana

Meno male

severino cicerchia
severino cicerchia
10 mesi fa

più che bastoni e Darmian, qua puoi giocare coi codici fiscali…

Giorgio
Giorgio
10 mesi fa

Se vuole la continuità e accetta un contratto di un anno ci fa capire che dice una cosa ma poi davanti ai soldi ne fa un’altra. La coerenza non è il suo punto fortre.

Piero
Piero
10 mesi fa
Reply to  Giorgio

Forse è convinto che farà bene e sarà rinnovato? o lo mettiamo subito fra i “nu mbale”?

0833
0833
10 mesi fa
Reply to  Giorgio

Il progetto sta nella salvezza 2.0

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10 mesi fa

Ma ha firmato o no?

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10 mesi fa

Sta faciti nu casino

Luana
Luana
10 mesi fa

E però alle 14.07 di sabato 24 giugno non è mica ancora l’allenatore del Lecce.

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