DERBY. “La gara fra Atalanta e Lecce sarà la gara fra le due tifoserie che mi porto ancora nel cuore. A Bergamo si tifa solo Atalanta e si vive solo per l’Atalanta. Il Lecce è l’orgoglio del Salento, non solo della città, ma di tutta una provincia, un territorio. A Lecce ci arrivai a gennaio, il giorno del mio compleanno. C’erano elementi di grande valore come Giacomazzi, Vugrinec, Vucinic, Konan, Bojinov, e poi Stovini, Tonetto, Piangerelli e tutti gli altri. Era una squadra dalla quale ci si aspettava la partecipazione alle Coppe. Trovai una situazione già compromessa. Dopo la retrocessione inattesa la società fu brava a calmierare gli ingaggi, vivemmo un anno di esperienza in B e ripartimmo dalla serie A, classificandoci al decimo posto. C’era il grande Pantaleo Corvino che sta facendo, con il suo Salento nell’animo, grandi cose”.
IL LECCE. “Mi è piaciuto il Lecce del Meazza contro l’Inter – dice -. Ma in un certo senso è meglio incontrare l’Inter che non i bergamaschi. Contro l’Atalanta tutto si fa più difficile perché la sua caratteristica è l’imprevedibilità. Puoi trovarti di fronte una squadra capace di rifilarti quattro gol, oppure una squadra che finisce con lo spianarti la via senza volerlo. È una squadra che sfrutta bene l’ampiezza, capace di venire e prenderti alto, molto brava nell’uno contro uno, forse è la squadra più europea di questo campionato, quella che ha più ritmo”.
SANSONE. “Sansone è un giocatore che vale, ma per caratteristiche soffre il periodo invernale, è uno che dà il meglio di sè all’inizio ed alla fine del campionato, un brevilineo che si esalta nella primavera. Ma il giocatore c’è e si fa sentire. In generale, un campionato ti pone prima o poi i diversi problemi. Il Lecce si muove con le potenzialità di una buona rosa e con la capacità di valorizzare le risorse a disposizione”.
Grande allenatore ma soprattutto grande UOMO.
Sì sì, soprattutto quando voleva combinare partite col Lecce da allenatore della lazio