Vietato disperarsi, obbligatorio darsi una mossa in termini di risultati. Può essere così descritta l’attuale situazione di classifica del Lecce di Roberto D’Aversa che, alla quinta sconfitta nelle ultime sei gare, ha pressoché esaurito l’ampio credito che si era venuto a creare dopo l’avvio a mille in campionato. Dopo 22 giornate, difatti, i giallorossi mantengono una buona posizione trovandosi però una grande bagarre a subito dietro.
Il turno si è concluso con il ko interno dell’unica squadra ad apparire attardata in classifica, una Salernitana fanalino di coda ma comunque a soli sei punti dal quart’ultimo posto. Colpo dell’Empoli, che riesce a muovere la classifica in una giornata tutt’altro che favorevole, ospite della Juve ex capolista. Subito davanti, poi, il gruppone: a 18 Cagliari, Verona e Udinese, uno davanti il Sassuolo.
Ed è lì, a 21 lunghezze così com’è da un mese, che il Lecce inizia a guardarsi le spalle (come sempre fatto, per carità) ma con un pizzico di biologica paura. La difficoltà nel raccogliere il seminato rende i salentini la peggiore della Serie A in questo periodo. Dato ingeneroso se isolato, impossibile da ignorare come da rendere legge. Serve puntare sulle prestazioni, certo, ma il ridurre a quasi zero errori e leggerezze che decidono i match non deve più essere solo buon proposito della vigilia.