Con la Fiorentina ha collezionato la sua undicesima gara di fila da titolare ed ormai possiamo dirlo: Remi Oudin si è preso il Lecce. E con merito, visto che nel pur comprensibilmente difficile autunno-inverno giallorosso è riuscito a risultare pressoché sempre sul pezzo, raramente tradendo le aspettative. Andando a trovare, inoltre, il secondo e terzo gol stagionale.
Numeri che gli fanno già raggiungere lo score del 2022/23, quando aveva agguantato quota tre marcature nell’intero arco della stagione e solo grazie all’exploit finale tra Lazio e Bologna. Nulla insomma a che vedere con l’annata in corso, in cui sono arrivati reti pesanti con Genoa, Bologna e Fiorentina ed almeno il doppio sfiorati per questione di centimetri.
Giocatore tecnicamente sopra la media del collettivo, D’Aversa se n’è accorto presto tanto da rinunciarvi solo in due occasioni dopo il vincente esordio settembrino. Il tecnico, con tanto di evidenze in campo, non ha mai nascosto quanto avere un elemento che come il suo 10 calci da fermo sia importante nell’arco di un match. Oltre alla punizione fortunata e vincente con i viola, i compagni però ne hanno sfruttato l’abilità balistica solo in un’occasione, grazie al colpo di testa di Gendrey con il Cagliari. Poi tante situazioni mancate, spesso per mancanza di cattiveria o bravura dei portieri avversari (Berisha ad Empoli, Terracciano venerdì per citarne alcuni). Situazioni che il tecnico considera necessarie, motivo per cui difficilmente vedremo Oudin ai margini del suo progetto tecnico nel futuro prossimo.
Luca Scordella
Una delle poche partite in cui ha giocato bene e si è visto non solo sui corner e punizioni.
Esatto, assist da fermo…ed è questo il grande problema.
Nella sua posizione naturale a centrocampo non da segni di difficoltà