CHEVANTON OGGI. “Da quattro anni lavoro nel settore giovanile del Lecce, quest’anno curo l’Under 15. È una cosa che mi piace, cercare di trasmettere dei valori e a far l’importanza di portare questa maglia, oltre a migliorare i ragazzi dal punto di vista tecnico e insegnargli il sacrificio, il lavoro e la voglia di migliorarsi giorno dopo giorno”.
IL SUO ARRIVO. “Sì, proprio così. Nella Copa America 2001 il direttore mi visionò e il presidente Semeraro avallò il mio arrivo. Mi diedero la possibilità di venire in Europa, obiettivo per tutti i sudamericani, e soprattutto all’epoca, quando in Italia c’era il campionato più bello del mondo”.
LECCE. “Sono undici anni che vivo qui ed è un legame incredibile. Io ho sempre detto che in un’altra vita sono nato qua. Arrivai in un giorno di luglio e non sapevo una parola di italiano ma è stato amore a prima vista. La mia prima partita l’ho giocata nel giorno che si festeggia il patrono, Sant’Oronzo, e feci gol dopo due minuti sotto la curva rubando la palla a Frey. Da lì è nato un amore che va avanti ancora oggi e non posso che ringraziare la gente di Lecce. C’è un legame che va anche oltre il calcio”.
RICORSI DI MERCATO. “Mister Conte mi voleva a Bergamo e io a Siviglia non stavo giocando. Volevo rimettermi in gioco ma arrivai a dicembre e il mister andò via a gennaio dopo poche partite: sono stati mesi non semplici a livello personale perché giocavo poco e c’era un ambiente molto pesante all’interno del gruppo. Feci un paio di gol, uno all’esordio col Bologna, e poi andò man mano scemando. Dopo Lecce io dovevo andare all’Inter, per poi essere girato alla Fiorentina, ma in poche ore chiudemmo col Monaco. Mi diede l’opportunità di giocare la Champions League e l’anno prima avevano giocato la finale. Squadra forte, bell’ambiente, calcio fisico e competitivo”.
LA SPAGNA. “Esperienza bellissima quella di Siviglia ma se vogliamo parlare dei gol al Real, beh… allora stiamo parlando di emozioni fortissime. In casa segnai in rovesciata, ma quello su punizione nei minuti finali al Bernabeu fu una sensazione incredibile. A volte ho ancora i brividi quando ne parlo”.
I GOL INDIMENTICABILI. “Sicuramente il primo, contro il Parma, ma ce ne sono anche altri come quello al Bari in Serie B oppure quello al Napoli nel 2010, a cui sono molto legato perché fu un anno difficile a livello personale. C’è anche la punizione al Milan. Io non ero molto fantasioso e nell’uno contro uno non ero molto forte, ma spesso mi facevo trovare al posto giusto”.
Fortissimo
Per me il più forte!!!
Lorenzo Panico
sempre un mito