Fenucci: “Il debito altera la competizione. C’è chi retrocede e chi ha transazioni con l’Agenzia delle Entrate”

L’amministratore delegato del Bologna, ex Lecce, attacca durante l’audizione davanti alla settima commissione del Senato nell’ambito del progetto di riforma del calcio italiano

Claudio Fenucci non le manda a dire sul tema della sostenibilità e delle tante società indebitate: “Difficile identificare un sistema di controlli perché siamo legati a quelli della UEFA, sui quali la stessa UEFA è andata a rilento anche sulla spinta dei grandi club che malvedono le restrizioni sugli investimenti a livello europeo. L’ UEFA ha tardato ad introdurre meccanismi di controllo. La capacità di non essere sostenibili si riflette in un dato: le leghe USA pagano tra il 43% e il 45% dei propri ricavi ai tesserati portando in equilibrio l’intero sistema, l’Italia invece paga il 65%”.

E poi, nelle parole riprese da Calcio&Finanza: “Siamo più scarsi degli altri? Non credo, siamo solo più in difficoltà degli altri a reggere la competizione. Noi viviamo in un ambiente competitivo che non è solo italiano. I grandi ricavi da diritti tv saranno sulle coppe europee e se non saremo competitivi lì faremo fatica a rimanere agganciati al treno del calcio professionistico di vertice. Per questo ogni sistema di controllo, giustissimo, deve essere armonizzato con quelli della UEFA. È lì che si deve lavorare per restringere sempre di più. Noi possiamo fare qualcosa per rendere alcuni parametri delle licenze nazionali più rigidi. Considerate che chi crea debito, anche se ha la possibilità di farlo ma non si sa se lo potrà ripagare nelle stagioni future, nel momento in cui utilizza risorse che non possiede va ad alterare l’equa competizione. Non è solo un tema di solvibilità ma anche della tutela dell’equa competizione”.

In conclusione: “Ci sono stati club che hanno avuto difficoltà economiche e che hanno avuto transazioni con l’Agenzia delle Entrate sulle imposte, ma nel passato magari alcuni altri club sono retrocessi al posto loro. Non può più durare, non è più possibile che chi non abbia risorse possa competere sul mercato. È un tema che ci sta molto a cuore e che possiamo affrontare in sede UEFA per le licenze ma armonizzandolo con un sistema interno più rigido a garanzia dell’equa competizione tra i club oltre al tema della solvibilità che è però più complesso da affrontare“.

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