Come arriva il Napoli al match di sabato?
“Ci arriva molto bene, più dal punto di vista del morale e della mentalità che del gioco, ancora in fase di costruzione. C’è l’ambizione di mettere fieno in cascina perché teoricamente quella con il Lecce può essere una gara più semplice di quelle successive. Teoricamente, perché sappiamo bene come nel calcio partite facili non esistano”.
Quali sono punti deboli e di forza del collettivo di Conte?
“Punti forza in primis l’organizzazione. Poi i singoli che possono spaccare la partita, da Kvaratskhelia e McTominay. Punto di forza è Conte, che porta personalità oltre ad idee di gioco, e come detto l’organizzazione difensiva. Punti deboli comunque ci sono, perché ancora si concede troppo campo agli avversari. Poi, sembra assurdo dirlo ora, manca un po’ di cinismo. Questa squadra deve ancora amalgamarsi del tutto”.
Che opinione hai del Lecce di Luca Gotti?
“Personalmente Gotti mi piace molto. Ha fatto la gavetta, lavorando con tecnici interessanti, ed è stato intelligente ad accettare squadre in cui possa incidere. Sul Lecce avevo qualche riserva, perché il mercato non è stato promettente ma la Corvinata, da Marchwinski a Rebic a Gaspar, poteva essere dietro l’angolo. Il Lecce conquistarsela e sudarsela la salvezza, ma credo che i giallorossi stiano underperformando. Non mi aspettavo di vedere i giallorossi così in difficoltà”.
Come dovrebbero scendere in campo i partenopei contro i giallorossi?
“Tra i pali ballottaggio Meret e Caprile, con il primo in leggerissimo vantaggio perché recuperato. Poi non credo che Conte farà un corposissimo turnover. La difesa sarà quella, Lobotka ha recuperato ma credo non verrà rischiato con la conferma di Gilmour. E magari Neres potrebbe partire dall’inizio al posto di uno tra Kvaratskhelia e Politano”.
