De Picciotto sul futuro del Lecce: “In caso di A introiti per ripianare debiti e puntare sui giovani”

L’azionista italo-svizzero del Lecce, René De Picciotto, ha parlato dei progetti futuri in casa giallorossa nel corso di Tr News Talk

ARRIVO A LECCE. “E’ avvenuto per caso attraverso alcuni affari con la Banca Generali condotti assieme al loro responsabile per l’area sud Corrado Liguori. Lui ha spinto molto per farmi fare questa esperienza, io ho trovato l’ambiente simpatico ed era un’esperienza nuova. Così ho accettato dopo qualche esitazione iniziale. Era il 2017, devo dire che è stata un’avventura interessante, sia positiva che negativa come spesso accade nel calcio”.

INVESTIMENTI E TERRITORIO. “Dopo il calcio ho chiesto ai miei soci di trovare degli investimenti da fare in città e Sticchi Damiani mi suggerì lo stabile del Banco di Napoli che mi è piaciuto subito. Io faccio investimenti ovunque e li faccio in base alle realtà locali. La Puglia è sottovalutata da 10-15 e si doveva svegliare, e così è stato anche grazie a tanti altri imprenditori. Finalmente ora la Puglia si conosce anche all’estero. Lecce è una città bellissima che mi è piaciuta da sempre, sono stato accolto benissimo ed il Comune mi ha sempre supportato. Poi la gente si dimentica facilmente di come queste regioni soffrano di adeguate infrastrutture, così si paga un prezzo alto. Il potenziale c’è, ma si soffre la mancanza di un clima imprenditoriale sufficientemente positivo”.

PROPOSTA AZZARDATA. “Quando il Bari era fallito ed il Lecce stava un po’ meglio avevo proposto due minuti, tirandomi subito indietro, la fusione tra queste due realtà creandone una sola con il nome di Puglia. Il giorno dopo sarebbe già stata valutata 50 milioni, ma mi hanno detto che mi sarei trovato una bomba sotto casa sia dai baresi che dai leccesi. E’ una cosa che per i prossimi 500 anni non potrà esistere”.

PROGETTI FUTURI. “Se andiamo in Serie A avremo dei soldi che entreranno l’anno prossimo. Questa società ha dei debiti, quindi dovrebbe sanarli senza poi avere spazio per un programma così ambizioso. Dobbiamo assolutamente basarci sui giovani e sui conti bassi. Mi dispiace dirlo ma è così. E’ già un miracolo avere 20mila abbonati in una città da 100mila persone, quinta o sesta nel paese e questo è un miracolo. Inoltre intorno al tavolo non abbiamo società grosse o grandi investitori, la gente che è entrata non potrà mai finanziare una cosa in Serie A. Lo abbiamo già visto che in A non si può fare un programma troppo ambizioso, ed infatti lo abbiamo pagato dopo la retrocessione. Se non entra qualcuno con la spalla molto più grossa di noi il programma sarà limitato e relativamente ambizioso. Chi dice il contrario non ragiona con me, io non posso cambiare con gli altri ma io non cambio”.

CORVINO. “E’ molto bravo ad individuare le potenzialità ma certo non può fare miracoli. Magari ogni giovane che trovasse fosse Maradona, ma purtroppo non può essere così”.

TIFO LECCESE. “Questa città ha una tifoseria fantastica, numerosa e fedele anche fuori puglia. Non sono loro però a scendere in campo ma siano i giocatori a dover segnare”.

RAPPORTO CON I CALCIATORI. “Mi sono sempre tenuto vicino con grande affetto alla squadra, ma volontariamente non mi sono mai voluto sostituire a Saverio Sticchi Damiani perché è un progetto locale, loro hanno preso il club in C e portato avanti. Io ho portato soldi e buoni consigli ma non ho l’influenza, né la voglio, per entrare negli spogliatoi né scelte tecniche. Ho parlato spesso con i nostri calciatori e trovo simpatia per loro. Sono garbati, gente per bene”.

 

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