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Women, Shore a CL: “Voglio portare il Lecce in B! Già in questi due big-match capiremo…”

Nella settimana successiva alla vittoria sul campo del Crotone, abbiamo ascoltato il portiere del Lecce Women. La 23enne canadese ci parla del momento in casa giallorossa prima di raccontarci alcuni aspetti sul suo arrivo nel Salento.

Dopo la lunga pausa, il Lecce Women sta inanellando un’importante serie positiva. In cosa vi sentite più forti dopo l’arrivo degli ultimi rinforzi? 

“Adesso siamo una squadra completa, abbiamo Ida Bengtsson e Simona Tomei che alzano il livello. Anche grazie a loro, siamo una squadra che può giocare ad alto livello nel campionato di Serie C. Lo abbiamo visto col Pescara, dove meritavamo di più del pareggio, e contro il Monreale. Ci siamo rinforzati soprattutto in difesa, è fondamentale non subire gol. Da portiere, ovviamente, mi fa piacere questo nostro score. Dopo una lunga pausa, vedere miglioramenti di questo calibro fa bene. Io? Non subire gol per quattro partite dà molta fiducia”.

Nelle due prossime partite sarete opposte a Res Roma e Chieti, due squadre che vi precedono in graduatoria. Sarà un’esame importante per testare le vostre ambizioni d’alta classifica? Firmeresti per 4 punti magari?

“Contro Chieti e Res Roma dovremo essere più cattive nell’area di porta avversaria. Le big del campionato saranno più attente in difesa rispetto alle altre compagini che abbiamo affrontato. Dobbiamo capitalizzare ogni opportunità per andare in vantaggio. Per noi in difesa sarà una sfida, la Res, squadra che stiamo studiando in settimana tra un allenamento e l’altro, ha un’attaccante di esperienza come la Nagni. Con elementi di quel calibro bisogna ridurre al minimo gli errori e stare sempre più attente. L’obiettivo è andare in Serie B, vogliamo portare il Lecce in una categoria più importante e per noi tutte le partite sono finali. Firmerei per 4 punti? No, bisogna vincere sempre. 

In Nordamerica il calcio femminile è uno sport da tempo più diffuso rispetto all’Italia. Che differenze hai notato tra i due paesi?

“In Canada abbiamo più attrezzature e organizzazione: la pratica del calcio femminile è promossa anche nelle scuole. Tante bambine giocano a calcio però manca un vero e proprio campionato nazionale. In Italia, invece, ci sono molte squadre, la differenza è quella. Vedere tanti club ai nastri di partenza dei campionati di A, B e C dà una bella impressione. In Canada c’è molta più pratica a livello giovanile, più risorse per chi vuole giocare,è sta ma meno cura nella prosecuzione”.

A Lecce hai incontrato mister Panico. Cosa ti ha trasmesso del modo “italiano” d’intendere il ruolo del portiere?

“Andrea Panico è un grande mister, in ogni allenamento alza il livello. I suoi metodi sono diversi dall’approccio canadese, lì anche i portieri prestano tantissima attenzione ai fondamentali palla al piede, giochiamo sempre con i piedi. Qui un po’ meno, privilegiamo lo stare tra i pali. Il mister cerca di massimizzare velocità e esplosività, necessarie per fare gli interventi”.

Qual è il tuo punto di forza? E, dall’altra parte, in cosa vorresti migliorare?

“Cerco di migliorarmi sulle palle alte. In più, cerco di essere sempre più rapida nell’andare a terra. Mi sento forte invece coi piedi, so lanciare molto lungo rispetto ad altre mie colleghe italiane e, quando si tratta di parare, cerco sempre di bloccare molti palloni”.

La porta è nel tuo destino. Tuo nonno materno, Enzo Cavazzoni è stato portiere dell’Italia di pallanuoto alle Olimpiadi di Montreal 1976. Com’è nata la tua storia con questo ruolo?

“Ho sempre amato il calcio. Iniziai a giocare a 5 anni con Isabel, mia sorella gemella. Questo sport ci appassionava tantissimo. A 9-10 anni, poi, ho deciso di diventare un portiere. Amo le responsabilità che ci sono dietro quel ruolo, l’attenzione che bisogna avere dietro ogni piccolo gesto tecnico. Per me, una grande parata è molto meglio di un gol!”

Oltre a essere un’atleta, stai intraprendendo con profitto un importante percorso di studi. Quali sono i tuoi sogni, nel calcio e nella tua vita futura?

Ho conseguito da poco la Laurea in Ingegneria Civile all’Università di Pittsburgh. E’ stato un bel risultato. Ora vorrei concentrarmi prioritariamente sullo sport, anche se lo so: giocare a calcio è bello ma non è l’unica cosa della vita. Vorrò continuare a giocare a tempo pieno per un bel po’ ora, ma ho già fatto domanda per una Laurea Magistrale, studierò la costruzione di opere adatte a resistere anche ai disastri naturali. Ora però c’è il calcio. Desidero fare esperienza in Italia e in Europa, voglio capire dove riuscirò ad arrivare. L’obiettivo primario è portare il Lecce in Serie B, da lì poi si vedrà”.

Sei arrivata a Lecce a settembre. Hai conosciuto questa città durante la pandemia. Cosa ti è piaciuto?

“Lecce è bellissima anche se con il Covid non si può godere appieno. Sono arrivata in autunno e, nonostante le restrizioni, ho potuto visitare le marine. La città è fantastica ed è piena di storia. Ho trascorso qui il Natale, è stato difficile riuscire a tornare a casa a causa dei numerosi test che avrei dovuto fare per i voli intercontinentali. Ci sono tanti aspetti diversi però rispetto al Canada. A partire dall’italiano, apprenderlo è stato difficile, ma ci sto riuscendo (Margot ha realizzato quest’intervista esprimendosi in italiano, ndr). Tutte le cose che sono differenti però non mi dispiacciono, uso dire ‘è un diverso che mi piace'”.

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MARCO PICCINNO mc
MARCO PICCINNO mc
3 anni fa

Brava e determinata!!!

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