L’ex allenatore giallorosso esprime lo scetticismo sulla soluzione del taglio agli stipendi dei calciatori per supportare le società: “Se gli chiedi il 15% del loro stipendio a scopo benefico te lo danno, se è per le società non accetteranno”
Il mondo del calcio deve fare i conti con lo stop ai campionati imposto dall’emergenza coronavirus e le società guardano ai propri bilanci, a rischio in caso di prolungamento di un periodo con molte voci d’introito azzerate. Nei giorni scorsi si è parlato dell’ipotetico taglio del 15% degli stipendi dei calciatori per aiutare le compagini. Delio Rossi, intervistato da TMW, non vede l’ipotesi come realistica.
SCOPI DIVERSI. “Non la trovo una soluzione giusta perché non dipende dai calciatori. I giocatori vogliono fare il loro lavoro e tutto questo non è colpa loro. Se gli chiedi il 15% del loro stipendio a scopo benefico te lo danno, se è per le società non lo accetteranno mai“.
ALTRE SOLUZIONI. “Ci sono altre formule su cui lavorare: hanno 20 giorni di vacanze per contratto e allora le potrebbero prendere ora e intanto si piglia tempo in attesa della ripresa del campionato. I club non possono pensare di chiedere soldi ai giocatori o allo Stato. Il problema è a monte. Se tu per due mesi non riesci a pagare gli stipendi allora hai sbagliato a fare impresa. Se hai bisogno di un mese allora vivi al di sopra delle tue possibilità. È una situazione anomala“.