Il presidente del Torino al quotidiano torinese La Stampa: “Navighiamo a vista, nel caso di ripresa l’ipotesi porte chiuse è la più probabile”.
NESSUNA DATA. “Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo l’ipotesi porte chiuse è la più probabile“.
DECISIONE IN RITARDO. “Io lo dissi subito, nell’assemblea della Lega Calcio del 10 marzo, ‘se non prendiamo decisioni drastiche, anche spostare tifosi contribuirà ad aumentare esponenzialmente i contagiati. Dopo la guerra questa è l’emergenza più dura da combattere, ma questa emergenza ha compattato il calcio italiano, c’è più unità di prima. Molti falchi sono diventate colombe anche se è rimasto qualcuno che vuole fare il fenomeno, che rompe il fronte per avere vantaggi. Furbizie, atteggiamenti di piccolo cabotaggio“.
TROPPI EGOISMI. “Sulla Champions ed Europa League sono subentrati gli egoismi dei paesi. Che allora si sentivano immuni dal contagio e vedevano in difficoltà solo l’Italia. L’Uefa ha cercato di preservare coppe ed Europei con motivazioni sportive e soprattutto economiche, poi si è dovuta arrendere quando si sono resi conto che il virus non era solo un’emergenza italiana. Anzi, il resto del mondo si è adeguato a noi. Se rispetteremo le regole, l’talia riuscirà anche se non a breve a rivedere la normalità. E così anche il calcio“.