Il presidente della FIFA ha spiegato, nel corso di un’intervista a La Gazzetta dello Sport, cosa accadrà nell’immediato futuro al mondo del calcio.
PRIMA LA SALUTE. “Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno”.
ASPETTO ECONOMICO. “Grazie agli ultimi quattro anni, la Fifa gode di ottima salute e risorse. Le riserve sono per situazioni di crisi Fifa, ma qui è una crisi del calcio mondiale. E mi sembra ovvio che dobbiamo fare tutto. Serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non sappiamo quando si torna alla normalità”.
IL CALCIO CAMBIA. “Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute”.
E chi stabilisce quali squadre e quali città devono rimanere senza squadra? Prima di passare alle provinciali cominciate a togliere di mezzo le strisciate che hanno rotto i coglioni per troppo tempo