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Moriero: “Che ricordi a Lecce prima dell’esordio con Mazzone. Totti? Provai a portarlo all’Inter”

L’allenatore leccese, ospite in una videochat con il giornalista Nicolò Schira, ha raccontato aneddoti sugli inizi a Lecce e sui campioni che hanno condiviso con lui lo spogliatoio all’Inter.

INIZI. “Checco” racconta i suoi inizi con la maglia giallorossa: “La mia storia è particolare, come quella di Conte, Garzya, Petrachi. Ci allenavamo con la prima squadra a 15 anni, esordimmo anche in A giovanissimi, venivamo da quartieri umili.”

DAL MARE ALLA SFIDA CON LA JUVE. Il flashback continua con l’episodio dell’esordio, accaduto in estate con la Juventus in Coppa Italia: “Io iniziai a giocare in Coppa Italia contro la Juventus. Ero un ragazzino piccolo, stavo al mare. La mattina s’infortunò un calciatore, facevo i tornei in spiaggia molto sentiti. Mazzone chiamò mio padre e mi disse ‘devi andare in ritiro’. Ricordo quest’episodio, io arrivai in pantaloncini, vestito da mare. Incontrai Mazzone vicino l’ascensore, mi metteva paura solo con lo sguardo. Lui fa ‘ragazzino sei emozionato? Tanto non me ne frega niente oggi giochi”.

LA FAMOSA PORSCHE. Moriero racconta poi un aneddoto famoso vissuto con i compagni di vita:Da giovane io ero un po’ mattarello, mi feci prestare la Porsche da un mio amico, andammo in giro con Antonio Conte tutto il giorno e finimmo la benzina. Lo accompagnai a casa e mi disse ‘ma hai la patente?’ Avevo 17 anni, come potevo averla! Non ti dico che successe, la sua incazzatura fu fortissima”.

I TRASFERIMENTI. Si parla poi degli incroci di mercato che nell’estate del 1997, dopo la firma col Milan, lo portarono all’Inter nell’ambito di uno scambio con Andrè Cruz. Ma quello tra Inter e Milan non fu l’unico episodio risolto velocemente. Poco prima, infatti, Moriero stava per sbarcare in Premier League: “La vita è strana. Io ero a cena fino alle 23 col Derby County. Arriva la telefonata di Galliani che m’invita ad andare al Milan. Io vado a Milano per firmare, faccio visite, foto, tutto. Torno a Lecce in estate, mi giunge la chiamata da Mazzola, che mi chiama Peppino, non so perché. Appena mi propone la cosa dissi ‘vengo subito’. Vengo a sapere che Cruz aveva firmato per Milan e Inter e seppi che Simoni scelse me. Io uscì sui giornali sia col Milan sia con l’Inter”.

LA RETE DELLO SCIUSCIA. Moriero all’Inter divenne “sciuscià”, nomignolo dato dal gesto del lustrascarpe con cui omaggiava i compagni che avevano appena segnato un gol. Di gol belli, Moriero ne fece anche tanti. Uno divenne il simbolo della sua carriera…e anche il titolo dell’autobiografia: Il gol che racchiude il Moriero calciatore è quello col Piacenza. Il sogno di ogni calciatore è dribblare tutti e segnare. Mi accorsi di essere pronto al cambio, per far entrare Cauet. Io presi la palla e partì da solo pensando fosse l’ultima azione. Mi avviavo verso la porta avversaria, non mi fermavano e, vedendo il portiere spiazzato, segnai. Il gol rappresentava il Moriero calciatore, anche se Simoni gridava ‘passa la palla’”.

BAGGIO ALL’INTER. Nelle gare disputate in nazionale, tra cui la spedizione del mondiale di Francia 1998, Moriero provò anche a scrivere i destini del calciomercato di due totem del calcio italiano, Roberto Baggio e Francesco Totti. Con il Divin Codino, le operazioni andarono bene: “Ero con lui (Roberto Baggio, ndr) in camera e ogni giorno cercavo di convincerlo. Provai a farlo anche con Totti, ma invano. Non oso immaginare l’Inter con Totti, Baggio e Ronaldo. Io decisi di smettere nel 2001 ma fui uno dei primi ad andare in Cina. Rifiutai a causa di un terremoto che ci fu quando dovevo partire…così finì la mia carriera”.

RONALDO. Partono poi gli aneddoti su Ronaldo, uno dei più grandi campioni della storia: Era un ragazzo di vent’anni quando era all’Inter. Ronie ogni tanto scendeva a mangiare le polpette di mia moglie. Ancora aspetto dei dvd che mi deve dare. Lui era il calcio. Non lo paragono a Ronaldo, Maradona, Pelè. Ogni epoca ha avuto i calciatori più forti. Non esiste il numero 1. Il suo fiuto del gol era inarrivabile. Leggeva le situazioni molto tempo prima, io giocando sulla fascia mettevo i cross per lui e Zamorano. Era il mio lavoro. Lui mi disse ‘con Figo pensavo di aver visto l’esterno più forte del mondo ma poi ho visto te’. Esagerava”.

ICONE. Parte della chiaccherata analizza poi gli altri senatori di quell’Inter: Taribo West invece ci benediva prima di ogni partita, era un pazzo scatenato. Il Cholo Simeone invece ci comandava nello spogliatoio. Nelle partitelle entrava durissimo, Simoni lo riprendeva spesso. Blanc era uno scroccone, non comprava mai le sigarette. Qualcuna all’epoca se ne fumava, non come adesso”.

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Piero Buscicchio
Piero Buscicchio
4 anni fa

Una bella persona Checco, mi ricorda un grande amico, Tony Gatto, al quale insieme abbiamo voluto tanto bene.

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