Intervenuto a Tg2 Post, il ministro dello sport ha predicato cautela negli step che il calcio italiano dovrà compiere per arrivare ad una ripresa auspicata da tutti, Ministero incluso.
RIPARTENZA SOLO IN SICUREZZA. “Vogliamo far ripartire il massimo campionato poiché il calcio rappresenta per l’Italia una grande industria. C’è tanta gente che con il calcio lavora, e io spero si riprenda per tutto l’indotto che si genera. Tuttavia la sicurezza sanitaria è la priorità assoluta per il Paese. La Figc mi presenterà il protocollo definitivo per gli allenamenti, e noi lo valuteremo insieme. Per ora di certo non c’è né la ripresa delle sedute, né il fatto che in caso di ritorno al lavoro sia automatica la ripartenza della A. I club non devono illudersi di questo”.
L’ALTRO SPORT. “Lo sport non è solo calcio, ed il calcio non è solo Serie A. Dobbiamo pensare alla riapertura di tutti gli impianti sportivi per i lavoratori del settore e per i cittadini che vogliono riprendere l’attività motoria. Ai collaboratori sportivi abbiamo già erogato il bonus di 600 euro. Per andare incontro a tutte le ASD e per non far fallire tante strutture penserò altre misure. Il mio obiettivo non è solo far ripartire la Serie A“.
DIRETTE TV IN CHIARO. “Provai a fare sta cosa e ci fu un confronto acceso con Sky e Lega. Il tema è spinoso. Quando il mondo del calcio non vuole decidere per motivi economici, accusa il Governo. Noi prenderemo seriamente in considerazione ogni opportunità , anche quella delle partite in chiaro, proprio per la funzione sociale del calcio”.
