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GdM – Viali: “Avevamo l’Italia contro ma con quel Via del Mare potevamo solo vincere”

L’ex difensore del Lecce, parla della settimana che precedette la sfida interna con il Torino, il 7 maggio del 2000, determinante ai fini della permanenza in A, nell’annata 1999/2000.

William Viali, attuale allenatore del Cesena in Serie C, parla a La Gazzetta del Mezzogiorno (intervista di Antonio Calò) della partita contro i granata di Mondonico.

RICORDI DEL MATCH. «Ci presentammo alla sfida con il Torino, del 7 maggio 2000, decisi a chiudere i conti ed a festeggiare la salvezza davanti alla nostra gente, con la consapevolezza di avere fatto benissimo in casa per l’intera stagione, ma anche con quella tensione che fatalmente affiora quando ci si gioca tanto, se non tutto. Per brindare ci sarebbe bastato il pari ma, in caso di sconfitta, il nostro cammino si sarebbe complicato perché i granata avrebbero ridotto il proprio distacco ad una lunghezza. Negli ultimi 90′, poi, l’undici diretto da Mondonico avrebbe avuto un impegno più abbordabile a Piacenza, mentre noi avremmo dovuto visitare il Parma, forte di calciatori del calibro di Buffon, Cannavaro, Thuram e Crespo».

GRANDE ATTENZIONE DA PARTE DEI MEDIA. «Tutti i media nazionali focalizzarono la propria attenzione sulla gara del Via del Mare. Com’era naturale che fosse, stante il blasone che il Torino ha, in virtù della propria storia. Le testate più importanti davano la netta sensazione che l’Italia facesse il tifo per i nostri avversari, ma noi volevamo portare a termine nel migliore dei modi la nostra missione, dopo un campionato, nel quale eravamo stati quasi sempre all’altezza della situazione, con un rendimento abbastanza continuo, a dispetto del fatto che la rosa fosse complessivamente giovane».

ANDAMENTO DEL MATCH. «Il pareggio ci sarebbe andato bene, ma non potevamo certo accontentarci, con il rischio di essere beffati, come spesso accade nel calcio. In avvio di ripresa, passammo in vantaggio con lo svizzero David Sesa, che pennellò una punizione alle spalle di Bucci, il portiere rivale. Pochi minuti dopo, però, Collina, arbitro internazionale che era stato designato a dirigere il delicatissimo match, assegnò al Torino un rigore assai dubbio, che scatenò le proteste di Alberto Cavasin, il nostro allenatore, che fu allontanato dalla panchina. Ferrante pareggiò dal dischetto e la tensione tornò a salire. Poi ci pensò Alessandro Conticchio a riportarci in vantaggio, con una conclusione non potente, ma precisa. A questo punto lo stadio esplose, mentre ai granata saltarono i nervi, tanto che chiusero la partita in nove, a causa di due espulsioni (rosso diretto a Sommese prima e Mendez poi, ndr). Così gestimmo senza affanni le battute conclusive, per poi gioire con i nostri tifosi».

PANDEMIA. «Ora il contagio sta allentando un po’ la morsa e speriamo di continuare su questa strada. Ma la preoccupazione è stata enorme e resta alta, anche perché i miei genitori vivono a Bergamo, uno dei focolai più tremendi. Suppongo che si proverà a fare ripartire la serie A, che riveste una enorme importanza sia sul piano economico che su quello sociale».

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