Il Lecce si lecca le ferite dopo la cocente sconfitta di ieri sera, ma, più dei due gol di Ramirez, bruciano le valutazioni dell’arbitro Rocchi.
Chi scrive odia nascondersi dietro un alibi, specialmente dopo un passaggio a vuoto che rischia di essere il crocevia di una stagione già a corrente alternata, diventata storica a causa del lockdown e di una battaglia ben più importante del calcio, che ha rinviato il finale di stagione a un tour de force estivo.
Nel commento tattico abbiamo discusso dei limiti e delle complicazioni che la squadra affronta nel finale di campionato, ma un’analisi completa della gara di ieri e delle sue implicazioni, ahinoi, dolorose non può trascurare il fattore direzione arbitrale.
Non si può trattare di svista, o quantomeno sarebbe clamoroso sapere che sia Rocchi sia la sala VAR non abbiano notato il calcione di Bonazzoli in faccia a Donati. Si potrebbe a lungo discutere sulla dinamica della caduta della punta sampdoriana a seguito della spinta del terzino di casa, ma lo scatto della gamba, forse rabbioso a seguito dell’intervento da tergo subito, sembra essere inequivocabile.
Giustamente, Bonazzoli non poteva sapere che lì si sarebbe trovato il volto di Donati, costretto a lunghe cure mediche, ma il danno è evidente. Dall’arbitro nessun segnale, come dal resto della squadra. L’espulsione diretta della punta, diciamocelo senza passare per ‘piagnoni’, avrebbe cambiato la partita e le strategie in campo, specialmente di Claudio Ranieri.
Oltre all’episodio, già antisportivo di suo, stupisce l’assenza di proteste da parte dei compagni. Al momento dell’impatto, Barak era vicino. Magari la trance agonistica della gara ha influito sulla valutazione dell’episodio come un “contrasto di gioco” dettato dalla caduta un po’ rovinosa, ma l’attenzione arbitrale serve anche a ciò, non soltanto a dirimere delle proteste che mai influiranno sulla valutazione stessa.
Ha creato qualche scetticismo anche il terzo calcio di rigore di giornata, quello decisivo. Nulla da eccepire sugli altri due. Tachtsidis è in ritardo su Jankto sul primo e Thorsby atterra Saponara con gamba alta.
Premessa. L’azione del 72′, con il contrasto tra Depaoli e Paz giudicato falloso, nasce da un’azione ben condotta dalla Sampdoria, veloce nel cogliere controtempo la difesa del Lecce impreparata.
Il laterale sampdoriano strattona il difensore argentino, che prova la scivolata per negare la battuta a rete. Paz, secondo Rocchi, arriva sul pallone, ma toccando anche l’avversario. Un po’ per mestiere di Depaoli, un po’ per differenza di metro rispetto agli altri due rigori, soprattutto per l’importanza della gara, l’episodio ha scatenato stavolta proteste in casa Lecce. Paz ha indicato il pallone, a suo dire toccato in modo pulito. Mancosu ha poi guidato le rimostranze. Era, citando le moviole dei principali quotidiani nazionali odierni, un rigore “leggero”, come, sinceri, qualcuno (dei tanti) assegnato al Lecce in Serie A.
Una delle regole basilari del comportamento arbitrale in campo sancisce il “divieto di compensazione” a seguito di un errore. Non vogliamo assolutamente smuovere questo dogma, ma, per molti, è impossibile ripensare alla partita di ieri con un pizzico di frustrazione, che però deve accompagnare tanto equilibrio e consapevolezza di limiti da migliorare.
Lecce – genoa… Rocchi! Sempre lui
Rigore nullo, ma al72esimo,quindi 20 minuti ancora da giocare, la domanda e semplice, e cioe cosa abbiamo creato in quei minuti, e secondo il mio parere la partita era da gIocare dall inizio con una punta centrale, Staffetta BABACAR-FARIAS, gli episodi sono determinanti ma una partita da vincere o per lo meno da non perdere si interpetra da subito.Caro LIVERANI un tempo nulli ad aspettare ,cosa di andare in svantaggio??Per poi rimediare,