Il socio di maggioranza dell’Us Lecce ha denunciato dei malviventi che da tempo avevano preso di mira una delle sue aziende.

Renee De Picciotto reagisce al racket e le sue azioni portano all’arresto di cinque soggetti per estorsione. L’edizione pugliese de La Repubblica ricostruisce i fatti che hanno portato alle misure cautelari per i baresi Gennaro e Michele Sciacovelli; Francesco Scoloperto (di Bari); Giuseppe Dell’Aglio e Laura Colapietro (di Polignano), tutti accusati per estorsione in concorso.

Stando a quanto ricostruito, tutto iniziò a settembre del 2019, quando arrivò la prima richiesta di denaro all’utenza dell’azienda agricola di De Picciotto. Lì erano già stati incendiati tre ulivi secolari. La sollecitazione di versare 50mila euro non ha portato al fine sperato. Dalle intercettazioni emergono anche le minacce per un’azione che i malviventi programmavano come facile: “Diglielo alla svizzero che deve darci i soldi se non vuole che gli bruciamo tutti gli ulivi”.

Lo svizzero, Renee De Picciotto, ha però denunciato tutto mentre continuavano le telefonate e si parlava anche di minacce alla famiglia. L’ultima telefonata, poi, è servita a ottenere un appuntamento, al quale però si sono presentati i carabinieri.

I malviventi inizialmente erano riusciti a nascondere lo zaino coi soldi. Il tentativo di recupero dello stesso fatto da altri componenti della banda ha consentito l’identificazione degli ulteriori componenti della banda.

Le risultanze investigative dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Brindisi hanno indotto il pm di Bari Larissa Catella a chiedere ed ottenere le misure cautelari.

La tempestività delle denunce di De Picciotto ha consentito la riuscita delle indagini alle forze dell’ordine, la cui presenza al (fantomatico) appuntamento è stata vitale per cogliere gli arrestati sul fatto mentre cercavano di portare via il denaro.