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“La nostra fede non retrocede”: l’immensa passione dei salentini il patrimonio da cui ripartire (e non sprecare)

Il Lecce sta programmando il suo futuro tra nuovi progetti tecnici e calciomercato che preannuncia grandissimi movimenti. Ma l’obiettivo da cui non si può prescindere è sempre e solo uno: mantenere accesa la passione dei tifosi.

Se qualcuno chiedesse al Lecce “Come hai trascorso i tuoi primi minuti in Serie B?“, la risposta non avrebbe i contorni del dramma sportivo. Perché se da un lato c’era la ovvia amarezza dell’ambiente e le lacrime dei vari Lucioni, Mancosu, Majer, Saponara e Lapadula, dall’altro cori, ringraziamenti e passione palesati dai tifosi giallorossi rimarrà impressa a fuoco.

Non è certo una novità, diranno giustamente i più “grandi”. La storia del tifo a Lecce è questa: amore e supporto incondizionati o quasi, al di là della categoria. Ma stavolta è diverso, perché nessuno ha guardato alla retrocessione dalla Serie A 2019/20 come un fallimento. E non solo per ragioni emotive scaturite da un legame forte con la maglia che ha pochi eguali al mondo. Ma anche per ragioni frutto di grande razionalità: con questa società, con questo mister e con questo nuovo responsabile dell’area tecnica il futuro è tutto da scrivere.

“La nostra fede non retrocede”: se dubbi vi erano, ora (anzi, pochi minuti dopo la fine di Parma-Lecce) sono stati spazzati via. I tifosi hanno già fatto il loro, e continueranno a farlo. Palla alla società, che non può permettersi di non valorizzare un ben più che primo, impagabile, irraggiungibile neppure dal più ricco dei Monza (per dire un nome a caso). Quei 20mila abbonati, quei 28mila presenza fissa al Via del Mare, quelle migliaia e migliaia presenza fissa (in media) ad ogni trasferta.

Questo è il più grande patrimonio che l’Unione Sportiva Lecce può vantare, visto che in queste ore il termine patrimonializzazione l’ha fatta da padrone. Ecco, l’errore più grave che si possa commettere sarebbe consentire che questo entusiasmo che nemmeno una retrocessione quasi beffarda ha scalfito venga anche solo in piccola parte intaccato.

Ma come fare? Non è questo il momento e non è questa la sede (e soprattutto non è chi scrive la persona) in cui tracciare precise strade da seguire per tornare subito grandi. Una cosa, però, va detta: nella società e nei suoi progetti, anche in quelli a medio-lungo termine, c’è pienissima fiducia, ma occhio a giocare con il tempo. Il Lecce non costruirà una Real squadra in stile Benevento, Corvino lavorerà senza fretta, si punterà su giovani ed elementi da valorizzare. Starà però alle abilità degli attori in campo trovare la giusta formula per costruire da subito, questo sì, una squadra che possa lottare per la Serie A, onde evitare annate di transizione nella strategia ma di grigiume sul rettangolo verde.

Per citare il Premier, “diciamocelo, questo rischio c’è” quando si decide di portare avanti progetti che puntino a creare basi solidissime prima ancora che proiettarsi alla ricerca di un unico risultato obbligatorio. Il mix per riuscire a fare entrambe le cose è però quello giusto: club serio e sempre più strutturato, esperienza (adesso) tecnica, piazza di fuoco. Forza Lecce, con queste premesse il futuro può essere roseo e più prossimo di quanto, sulla carta, si possa preventivare.

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Fernandinho
Fernandinho
3 anni fa

Forza società, i tuoi top player sono i salentini innamorati…non ci deludere!

1abbonato
1abbonato
3 anni fa

partite tristi in stadi deserti che schifo..poi discoteche /orgie selvagge aperte

Commento da Facebook
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3 anni fa

Oggi piu che mai i tifosi non contano nulla.valgono come il due di briscola.

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