Il presidente della federazione polacca, ex allenatore del Lecce, parla, a La Gazzetta dello Sport (intervista di Giuseppe Calvi), tra le altre cose, del possibile paragone con il suo Lecce soffermandosi poi su cosa deve fare il club giallorosso per puntare subito alla risalita in A. Questa la seconda e ultima parte dell’intervista concessa alla Rosea.
QUESTO LECCE COME IL SUO? «Sono completamente differenti. Sino a 10 giornate dalla conclusione del torneo, eravamo in zona-salvezza. A un certo punto della stagione, io, che già non avevo attaccanti veri, mi ritrovai senza Marino e Paolo Benedetti, elementi importanti in difesa. Basti pensare, a proposito del reparto offensivo, che si investirono soldi su Virdis, mentre sarebbe stato meglio puntare su un giovane».
TANTE NOTE POSITIVE. «Con me, è cresciuto tanto Conte, si è esaltato Mazinho, poi venduto per 8 miliardi, e ho inserito Sandro Morello. Ho saputo che ha aperto un ristorante nel centro storico: mi deve una cena, gli ho dato una chance in A».
CHI E’ RIMASTO DI QUEL LECCE? «Solo il dottore Peppino Palaia. Un’istituzione, un monumento nel mondo dello sport. Sempre aggiornato, sempre positivo, è un riferimento anche per calciatori che arrivano, da tutta Italia, per farsi curare da lui a Squinzano. Grande Palaia!».
COME SI RIPARTE DOPO LA RETROCESSIONE? «Sarà fondamentale valutare il fattore psicologico. I giocatori dovranno rimettersi in cammino sgombrando le menti dalla delusione della retrocessione. Se qualcuno non ce la farà, allora meglio farne a meno e cederlo. Un giusto mix tra riconfermati e acquisti, soprattutto giovani: sarebbe la ricetta giusta per ripartire. Intanto, però, il club può realizzare plusvalenze con qualche trasferimento milionario».
NUOVO SALTO IN A? «La Serie B è un torneo lungo, faticoso, che sfugge, più di ogni altro, ai pronostici dell’estate. Oltre alle retrocesse dalla Serie A e alle concorrenti che hanno fallito quest’anno il salto di categoria, bisognerà fare i conti con una neopromossa come il Monza e con le inevitabili out-sider».
SENZA PUBBLICO, CALCIO FALSATO? «Purtroppo, dobbiamo fare i conti con la pandemia. Mi deludono quei calciatori che si propongono su instagram e sui social in versione fighetto, dimenticando forse i problemi attuali nel mondo. Bisogna essere più responsabili, in attesa di poter tornare anche negli stadi. In Polonia abbiamo già riportato il 50 per cento dei tifosi, solo quelli delle squadre ospitanti. Il campionato inizia domenica prossima e non ci saranno novità. Speriamo che quanto prima il Covid 19 possa essere sconfitto».
Bhe lui grande esperto ?♂️