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QdP – Coda: “Siamo uno dei migliori attacchi della categoria. Corini? Infonde tranquillità a tutti”

L’attaccante giallorosso si racconta al Quotidiano di Puglia (intervista di Tonio De Giorgi) dagli inizi di carriera sino ad oggi, nella sua nuova esperienza giallorossa.

GLI INIZI NELLE GIOVANILI DELLA CAVESE. «Sono cresciuto nella squadra della mia città, nei Giovanissimi ero impiegato da mezzala, con il passare del tempo ho giocato un po’ esterno offensivo, un po’ punta centrale, posizione in cui mi sono poi affermato. Sedici anni fa mi fece esordire Campilongo».

ESPERIENZA ALL’ESTERO. «È raro che un ragazzo così giovane possa fare un’esperienza fuori, ma il mio procuratore, Galli, che tra l’altro non ho mai cambiato, mi propose di andare a giocare in Svizzera, al Bellinzona: feci 21 partite nella Challenge League. L’avventura durò l’arco di una stagione, l’anno successivo tornai in Italia e andai alla Cisco Roma. I primi gol, però arrivarono a vent’anni con la maglia grigiorossa della Cremonese: sei, il primo anno, dieci il secondo, otto il terzo».

MAI CAPOCANNONIERE. «Quando giocai in Slovenia, nel Gorica, non vinsi la classifica cannonieri per una rete, ne segnai 18. Quando ero a Benevento, invece, Donnarumma ne fece tre più di me».

CAPITOLO PARMA. «Il mio rimpianto è proprio per come andò la stagione in gialloblu, stavo iniziando a fare benissimo e all’improvviso dovetti fermarmi per l’infortunio al ginocchio, durante una partita contro l’Inter, che compromise quell’annata. È stato l’unico infortunio serio finora. Poteva essere davvero un bel campionato per me».

A BENEVENTO CON BUCCHI. «Con lui ho fatto la mia annata migliore, realizzai 22 gol, di cui uno in Coppa Italia. È stato l’allenatore che mi ha dato più fiducia. Durante la settimana lavoravamo molto sui particolari. Ho imparato tanto da lui che è stato un attaccante».

POI CON INZAGHI. «Inzaghi mi ha sorpreso, ho lavorato bene con lui, sapeva sempre come prendermi, per me è stato positivo».

I TIFOSI TI HANNO RIBATTEZZATO ISPANICO. «Hanno apprezzato il mio essere combattente, il mio modo di battagliare in campo».

LECCE DI OGGI CON CORINI. «Piano piano stiamo trovando la quadra, ci vuole il tempo necessario per trovare l’intesa giusta poiché è una squadra con tanti giocatori nuovi. Le qualità tecniche e fisiche ci sono, penso che ci divertiremo. L’aspetto che più mi ha colpito di Corini è la sua tranquillità, che riesce a trasmettere a noi giocatori. E anche il suo staff, molto preparato, ci mette sempre nelle condizioni giuste di poter fare bene».

HENDERSON SU TUTTI. «Finora ci avevo giocato solo contro, è un bel giocatore. Ma non dimentichiamo le colonne di questa squadra: Mancosu, Lucioni. E poi anche Adjapong ha una bella gamba e spinge molto sulla fascia. Per quanto riguarda il reparto offensivo in cui includo anche Mancosu, Falco e Listkowski, mi assumo la responsabilità di affermare che siamo uno dei migliori attacchi».

COSA SERVE PER VINCERE LA B? «La solidità prima di tutto, a Brescia avevamo perso un po’ delle certezze emerse nelle prime giornate, ma troveremo l’equilibrio giusto».

LECCE. «Una città che offre tutto».

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