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È già Coda alla decima. I suoi numeri l’unica speranza dell’attacco giallorosso?

L’attaccante del Lecce torna al comando della classifica marcatori in solitaria dopo la doppietta di ieri. Il digiuno, rotto dopo cinque partite, fa respirare il reparto avanzato giallorosso.

Il gladiatore Hispanico torna a far ruggire l’arena. Massimo Coda si mette ancora sulle spalle l’attacco del Lecce e firma le due reti nel 2-2 in casa del Cittadella. Oltre alla causa di squadra, gli squilli decretano ancora una volta la sua leadership nella classifica marcatori: Forte del Venezia, a segno ieri contro il Chievo, si ferma solo a un gol e non tocca la doppia cifra già mercé di Massimo Coda, a 10 gol in 16 presenze con la maglia del Lecce.

UNO…Il 32enne ha dato sin da subito l’impressione di voler invertire la rotta. Dopo il vantaggio Citta con Ogunseye, Coda si è costruito la prima occasione del pari. Sassata in diagonale sparata su Kastrati ben appostato sul primo palo. Fortunatamente, era solo la prima accelerata a vuoto per dare i giri giusti al motore. Al 18′, la punta ha convertito in gol una gran ripartenza di Tachtsidis. Al pregevole taglio palla al piede del greco è seguita la sterzata, dal sinistro al destro, con colpo vincente a insaccare sul primo palo. Freddezza, sicurezza e cinismo nonostante il periodo no.

E DUE. Prima del finale di primo tempo, Coda, come ormai suo solito, ha cercato di vestire ancora una volta i panni dell’assistman. Il bottino dei passaggi vincenti è però rimasto ancora a 5. Hispanico ha cercato di regalare la palla giusta a Mariusz Stepinski, ancora sottotono, ma la sventagliata seguita dal destro al volo del polacco ha trovato il riflesso del portiere avversario. Niente paura, ci pensa ancora Coda al minuto 45. In grande stile. Stepinski ha crossato a centro area e il velo di Henderson ha offerto un’altra palla gol a Coda. Primo tocco ancora col sinistro e tocco vincente col destro. Nella ripresa, caratterizzata dal pari cittadellese di Tavernelli, nessuna nitida occasione.

CIFRE DA RICORDARE. Mai Massimo Coda aveva raggiunto la doppia cifra alla sedicesima giornata di campionato. Neanche nei grappoli di gol raccolti a Salerno (15/16 e 16/17) e Benevento (18/19) gli inizi furono così fruttuosi. Nel centro sannita, dopo 16 turni i gol erano 7. Numeri più bassi anche in granata: 2 soli centri nelle prime 16 gare nel 15/16 e 5 nel 16/17. Solo in Prva Liga slovena, Coda segnò 8 volte prima della giornata 16. La maglia vestita? Quella del ND Gorica. Ancora una volta, è quindi evidente l’atipicità realizzativa di Hispanico, voglioso di riscatto dopo il poco spazio trovato nello storico Benevento di Pippo Inzaghi. Giù il cappello intanto, in attesa anche del riscatto di un intero reparto.

CAMPIONARIO DI UN ATTACCANTE TOTALE. Non inganni il titolo del paragrafo, non si parla solo di elogi smisurati. Alle belle parole faranno il paio le difficoltà. Coda, richiamando i summenzionati numeri anche di assist, è sì attaccante d’area (tutti i 10 gol sono nati dentro i 16 metri avversari) ma le qualità, lo abbiamo imparato in questi mesi, sono anche di contribuzione al gioco offensivo. L’asse Coda-Mancosu, con tanto di orologio promesso dal bomber al capitano, e la ricerca di dialogo con Stepinski. Non qualità del tradizionale, ed egoista, attaccante d’area. Il giocare appunto sui propri tratti forti, gesti che tolgono molte energie, riduce a volte gli spazi, soprattutto quando negli ultimi metri a marcare Coda sono in due, a volte tre. E, a volte, quando la palla non va in gol alle prime iniziative, Coda soffre se rallenta i tempi di gioco delle sue giocate.

IDEE ED INVERSIONI. L’iniziale progetto del Lecce prevedeva il 4-3-3 con Coda al centro. Hispanico doveva battagliare contro tutti per poi anche premiare gli esterni (Falco e Listkowski) o gli inserimenti dei centrocampisti. Altri disegni accantonati per far posto al pragmatismo. Coda soffre, lotta e suda, e le sue idee non trovano sbocco. Il mix tra concretezza e realismo così delineato ha generato, ad oggi, la stagione “Massima” di Coda, che a 32anni sognerà sicuramente un’ultima chance in Serie A, soltanto assaggiata (4 assist e 2 gol in 18 presenze) con la casacca crociata del Parma e col Benevento (4 reti in 24 caps). I giallorossi però navigano nelle zone medio-alte della classifica e sono attesi da altre, nette, risposte per capire il ruolo da recitare. Ma quella, Coda o non Coda, è un’altra storia di calcio, il più bel gioco di squadra…

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Osorio
Osorio
3 anni fa

Quindi l’anno con il Benevento in serie A giocava il gemello?

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