La passione ed il calore umano a cui il tifo giallorosso ha abituato i propri calciatori è una delle componenti che più gioverebbero a questo Lecce.
Quando le cose vanno male, quando non si riesce ad esprimersi per quelle che sono le proprie qualità, la cosa peggiore da fare è adattarsi, abituarsi o addirittura crogiolarsi nello status delle cose. Massime che mai come ora si adattano alla condizione, tutt’altro che positiva, in cui versa il Lecce di Eugenio Corini. Una squadra in difficoltà da mesi e che, al netto di qualche miglioramento ed alcuni illusori risultati (ma 2 successi in 12 partite parlano chiaro), non sta riuscendo a venir fuori dal proprio momento-no e tornare sui suoi standard. Che, lo sappiamo tutti, non sono quelli attuali.
Come riuscirci? Ovviamente a trovare la soluzione deve essere un tecnico pagato per svolgere la sua mansione, deve essere il suo staff altrettanto equamente remunerato. Devono essere gli interpreti, professionisti seri che, quando le cose non vanno, sono tenuti a comprendere che l’impegno da profondere non è sufficiente. Devono lavorare di più e meglio. Tutto facile, a parole.
I fatti della nostra quotidianità ci insegnano invece che superare un ostacolo, un momento di “blocco”, è tutt’altro che semplice, soprattutto se si ha la pressione del tempo ad incombere. C’è spesso la necessità di un aiuto “esterno” a noi, al nostro “gruppo”. Tornando al Lecce, un aiuto ambientale. Che nel calcio c’è sempre stato, soprattutto in un Via del Mare celebre per il suo calore. Quel tifo che è ricordo lontano e compagno smarrito in epoca di Covid.
Come sarebbe stato il cammino degli ultimi due mesi se Mancosu e compagni avessero avuto la gente salentina fisicamente al loro fianco? Tra sostegno e strigliate salutari, siamo pronti a scommettere che sarebbe stato diverso. Una scommessa senza posta e senza vincitori, purtroppo. Eppure da questa storia un vincitore può venirne fuori: il Lecce e i suoi (o, meglio, nostri) ragazzi, qualora riescano a consapevolizzare che la forza che non può arrivare dal contesto, può e deve arrivare da loro. L’errore più grave sarebbe pensare di essere questi, accontentarsi di una nuova, modestissima realtà. Non puoi essere così, e allora Forza Lecce, svegliati e combatti per chi, a metri o chilometri di distanza, rompe i timpani dei conviventi a suon di urla che, per il momento, sono condannate a restare inascoltate. Con la giusta “traduzione” in campo, però, possono non restare vane.
Manca tanto, troppo. Speriamo nel prossimo campionato, se si sbrigano a vaccinare.
Il pubblico per noi piccoli è fondamentale
Col pubblico il Lecce sarebbe ancora in serie A
Il nostro LECCE col pubblico avrebbe almeno 5 punti in più ❤?
coinvolgente e caloroso