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QdP – Bucchi: “Coda è stato sfortunato, è in credito con la Serie A”

Nella stagione 2018-19, Coda, nel Benevento in B, stabilì il record personale di 22 gol: l’allenatore di quella squadra, Cristian Bucchi, ricorda, tra le altre cose, quella stagione nel corso di un’intervista rilasciata a Il Quotidiano di Puglia (a cura di Lino de Lorenzis).

CODA SFORTUNATO. «Al netto di tutte le cose che un calciatore possa sbagliare nel corso della sua carriera, io credo che Massimo sia stato solo un po’ sfortunato. Lui la serie A l’ha vissuta in Slovenia dove è stato protagonista. Poi quando è rientrato in Italia e ha iniziato a trovare spazio, facendo anche discretamente con il Parma, si è imbattuto nel crack della società emiliana.  Nonostante i problemi però Massimo aveva trovato una buona continuità, segnando pure qualche gol. Purtroppo il club è fallito e da lì è iniziato il suo percorso in serie B, prima alla Salernitana per arrivare poi al Benevento».

IMPATTO NON POSITIVO. «Per questo parlavo di sfortuna.  All’epoca a Benevento non c’era una società cosciente della categoria, all’inizio era stata allestita una squadra troppo leggera per la serie A. E se fai l’attaccante in una squadra che perde le prime quattordici partite di campionato allora tutto si complica.  Poi, a gennaio sono arrivati ​​tanti calciatori, compresi Iemmello e Diabate, e Coda è riuscito a segnare anche qualche gol. Ma non è stato sufficiente per evitare la retrocessione».

CODA E’ IN CREDITO CON LA SERIE A? «Sì, non è stato affatto fortunato nelle sue parentesi in serie A. Se avesse giocato ad esempio nell’Udinese, secondo me, sarebbe rimasto lì per dieci anni di fila. Coda è un calciatore che è sempre piaciuto agli allenatori perché poi, quando lo alleni, ti accorgi di quanto sia forte e di quanto sia un lavoratore. C’è una cosa che nessuno dice mai: se vai a vedere le presenze, ti accorgi che Massimo non salta un allenamento in tutta la stagione. È un calciatore che dal punto di vista della disponibilità è davvero incredibile, un allenatore e una società che vogliono andare sul sicuro guardano anche queste cose. Se un calciatore salta quindici partite all’anno significa che non puoi utilizzarlo per buona parte della stagione, lui invece si allena sempre a duemila, è sempre disponibile e poi sa fare tutto: sa giocare da solo, a due, dietro a una punta, in buona sostanza sa giocare in tutti i moduli possibili e per questo ritengo sia stato solo sfortunato perché non ha mai trovato quella dimensione che gli sarebbe servita per fare un percorso lungo in serie A».

38 ASSIST IN CARRIERA. «Anche con noi ne fece tantissimi perché non è un calciatore che fa il centravanti e si piazza in area in attesa di ricevere il pallone. Lui ama muoversi, venire fuori, giocare con la squadra, svariare, ogni tanto magari lo trovi esterno pronto a fare la rifinitura. È un giocatore che può dare davvero tantissime soluzioni agli allenatori».

Qui la seconda parte dell’intervista.

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3 anni fa

Io mi chiedo Bucchi come abbia fatto a fare così pena con quel Benevento di quell’anno ?

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3 anni fa

Fortissimo, senza se e senza ma. E Bucchi ne capisce, di attaccanti forti.

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3 anni fa

Nn sono un intenditore, ma viene più di un dubbio, ma come mai un giocatore del genere nn abbia mai giocato in serie A. Mah…

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