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Lecce, la A ti sfugge tra le mani. Quanto (e fino a che punto) vale arrabbiarsi con sé stessi?

I giallorossi perdono la chance di essere padroni del proprio destino perdendo in casa contro il Monza. Tre sconfitte in quattro gare pesano tantissimo, ma oltre agli errori della squadra vanno analizzati dei dati di fatto.

Il Lecce torna irrimediabilmente sulla Terra dopo due mesi passati a sognare un cammino trionfale e incassa la seconda scinfitta consecutiva di questo tour de force finale del campionato. A differenza del passaggio a vuoto casalingo con il Cittadella, l’1-0 di Monza, paradossalmente, lascia in dote più rimpianti per le occasioni non capitalizzate nella ripresa.

Il palo di Hjulmand è stata la palla-gol più nitida, al pari del tiro (troppo) centrale di Mancosu, ma anche il rimpallo beffardo su Nikolov, incapace di deviare in rete dopo la deviazione di Pirola sull’assist di Stepinski, grida vendetta. Gli episodi però non devono fungere da giustificativo come a dire “va tutto bene, siamo stati solo sfortunati”, sarebbe un approccio non vicino alla realtà e troppo poco approfondito. Nei primi 45′, il Monza ha tenuto il palleggio pur senza pungere dalle parti di Gabriel fino alla punizione-gol di Barberis. I lombardi hanno cominciato alla grande anche la ripresa, sfiorando la rete con l’impreciso Boateng e con Carlos Augusto.

I padroni di casa hanno beneficiato della maggior qualità a disposizione nella rosa, tra undici titolare e cambi. Il Lecce, oggi senza Majer e Pettinari, sta pagando la lunga rincorsa suggellata con le sei vittorie consecutive di marzo e aprile. Il filotto di successi ha sì regalato ai salentini il sogno della Serie A, ma, dall’altra parte, la squadra si è poggiata su un blocco di dodici/tredici giocatori il cui minutaggio non ha conosciuto molti stop, sia per desiderio del tecnico di battere il ferro caldo, sia per assenza di cambi adeguati e in forza.

Il Monza, pur inizialmente attardato in classifica a causa una differente amalgama rispetto al Lecce (e probabilmente anche per un diverso spessore di chi l’amalgama lo deve creare) ha sempre a disposizione giocatori capaci di tirare dal cilindro giocate geniali, a cui però ci si deve opporre con il giusto vigore (vedasi l’aggressività del Bellusci di oggi). Questo tratto, la capacità di risolvere situazioni dal nulla, è paradossalmente fondamentale in momenti del campionato dove, dall’altra parte, i giovani giallorossi possono accusare l’inesperienza a giocare gare di un certo calibro.

In parole povere, estremizzando un po’ il concetto: se il Lecce per un colpo di genio deve sperare in Mancosu, Coda e Rodriguez, Brocchi poteva pescare l’asso da Balotelli, Boateng (pur part-time), Mota (che dribblatore), Frattesi, Diaw, Gytkjaer (non usato) senza contare la quantità dei centrocampisti con esperienza pluriennale in A Barillà, Scozzarella, D’Alessandro, Barberis e Ricci. Ripetiamo ancora una volta: sappiamo bene che il calcio non si gioca a fare una lista di nomi, ma in partite dove dei singoli passaggi possono essere decisivi al di là dei meccanismi oliati, avere più valori, anche non al cento percento, da cui attingere rispetto all’avversario, pesa. A maggior ragione se l’avversario si presenta in campo con un atteggiamento timido. Chi dice costantemente “Corini ha in mano una Ferrari che non riesce a girare”, quale marchio assocerebbe alla rosa che ha il Monza? Il Lecce, restando nelle metafore motoristiche, è una tecnologia innovativa, ibrida di nuovo che avanza e brevetti certificati, che compete meritatamente grazie al duro lavoro di chi l’ha costruita, società, direzione tecnica e allenatore. E, visti i pensieri neri invernali, vale già un risultato da applausi.

Per guidare l’auto però serve fare costantemente rifornimento e serve saper disimpegnarsi anche nelle strade più tortuose. In campionato, solo con Cremonese fuori e Vicenza in casa il Lecce ha saputo ribaltare uno svantaggio. L’aumentarsi della posta in palio, con annessa riduzione della benzina nelle gambe dei giocatori con maggior minutaggio, sta creando più difficoltà nella produzione offensiva, soprattutto quando si è sotto. Le partite, soprattutto in un campionato equilibrato come la Serie B, vivono di momenti e vince chi, in primis, capitalizza al massimo nei lassi di tempo di dominio e, probabilmente, chi riesce a prorogare la superiorità per più minuti con freschezza fisica, soluzioni diverse e cambi.

Fino alla vittoria in casa contro la Salernitana, il Lecce ha risposto al massimo a questi due bisogni: dominio per lunghi tratti, occasioni raccolte a grappoli e break avversari ridotti al minimo (coi campani solo in apertura di ripresa). Dalla vittoria con il Pisa in poi, il Lecce non riesce più a dominare come fatto a marzo. Sono passate appunto cinque partite con sei punti raccolti. Calo fisico? Troppa sicurezza mentale? Poca “cattiveria” (qualità che si ha o non si ha e che probabilmente non si allena in pochi giorni)? Non siamo noi a dirlo e saremmo irrispettosi a dare troppe negatività su un lavoro sempre egregio per cercare di dare risposte “di pancia”. Il Lecce, però, non ha più un cammino da formazione che punta ai primi due posti. Senza se e senza ma. Ed è innegabile il rimpianto per una squadra che dilapida il proprio vantaggio. Fa sempre male essere ripresi, ma è allenante (questo sì) per unità, compattezza e forza.

In questo campionato può succedere di tutto, e l’intera piazza non deve fare l’errore di chiudersi dietro a speranze d’impegno altrui o, peggio ancora, in complottismi non supportati da prove. Il Lecce deve lavorare su sé stesso per quanto possibile e, contro Reggina prima e Empoli poi, recuperare o dar ulteriore fondo ai tratti fondanti di coesione e proprietà di palleggio che hanno regalato la possibilità di vivere un sogno. Solo così, e aggiungendo al mix la possibilità di pescare dei jolly in più dalla panchina (Stepinski e Yalcin sono davvero questi?), la potenza di fuoco può tornare alta. Si attende anche il miglior Mancosu: dopo l’operazione il capitano non è al top dal punto di vista fisico, e ci sta, ma l’errore di oggi brucia, quasi tanto come il rigore non realizzato a Marassi contro il Genoa nella scorsa calda estate, pur dopo una partita molto volenterosa.

Il sogno Serie A non dipende più da noi, ma per raggiungerlo, che sia tra pochi giorni o dopo i playoff, bisogna ripartire da nostri errori e nostri dati di fatto. Le possibilità per raggiungere un’impresa immaginata da pochi ci sono. Il tempo, almeno per la prima scadenza, è poco ma serve credere nei propri mezzi e valori per gettare il cuore oltre l’ostacolo. E anche oltre qualche…dato di fatto, da smentire con la magia del campo, l’unico, insindacabile, giudice che nel calcio azzera le parole. Anche le nostre.

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Arrigo
Arrigo
2 anni fa

Corini, per cortesia,la prossima fai rifiatare biorkengren,se maggio deve giocare male metti Pisacane almeno per un tempo,fai fare a Gabriel tanto allenamento con tiri da lontano, non è possibile ogni tiro da fuori ,gol trova una soluzione

Duma Tommaso
Duma Tommaso
2 anni fa

Forza Lecce sempre ?❤️ e comunque ??

Franz
Franz
2 anni fa

Crederci.!!!??❤?❤

Commento da Facebook
Commento da Facebook
2 anni fa

Se non si sale “diretti” non si sale più

Gioars
Gioars
2 anni fa

Come più volte scritto questo allenatore non capisce niente. Ha creato solo confusione tra i vari giocatori con scelte tattiche assurde . Tifosi non illudetevi saranno solo sconfitte , riponete il sogno della serie A nel cassetto. Mi auguro che Corvino mandi via questo sciagurato allenatore.

Duilio
Duilio
2 anni fa

A parte le rapine continue della Salernitana, è solo per nostri demeriti se già ieri non abbiamo festeggiato la promozione insieme all’Empoli. Il solito esperimento di Corini con Tachtsidis, Stepinsky e Dermaku, piuttosto che dare una possibilità a Yalcin dall’inizio. Meccariello è stato straordinario e Dermaku ha causato una punizione da imbecille. È vero anche che non meritavamo di vincere né a Reggio Calabria, né a Pisa, né a Verona … ma quanto pesano i punti buttati nel cesso a Pescara, in casa col Frosinone e col Brescia. A meno di miracoli faremo i playoff, il capitano è tornato e quindi basta esperimenti e se spareggi saranno, facciamoli almeno da terzi in classifica.

Francesco
Francesco
2 anni fa
Reply to  Duilio

Duilio,di quali rapine continue parli? Considera che ora le partite durano 95 minuti ed anche più Il fatto che la Salernitana abbia segnato anche negli ultimi minuti,non dovrebbero autorizzarti a parlare di rapine…Anche il Lecce avrebbe potuto segnare nei minuti finali!…. Considera poi che col Monza alla Salernitana è stato negato un rigore sacrosanto!! Questa si che è rapina a suo danno!

Gianni
Gianni
2 anni fa
Reply to  Francesco

Salernitana…. La squadra più fortunata d’Italia. Ieri altro successo immeritato. Il Pordenone non meritava la sconfitta. Il Lecce, invece, domina ma non riesce a fare punti. Vai a rivedere le immagini di ieri : almeno 4 goal divorati e perdiamo con l’unico tiro in porta del Monza (da calcio piazzato peraltro).
Per la Salernitana è chiaramente l’anno giusto ma, nel complesso, non merita assolutamente il secondo posto.

Lupiae nel cuore
Lupiae nel cuore
2 anni fa
Reply to  Francesco

Se tifi Salernitana per favore taci. Se quest’anno andate in A non veniteci a raccontare che lo avete fatto col bel gioco o con il merito, poi lo sanno tutti i golletti al 96esimo che matrice hanno…

Serio Antonello
Serio Antonello
2 anni fa

Il Lecce anche quando vinceva, in rare occasioni ha mostrato fluidità. Ora paga una condizione fisica precaria, dopo 60 minuti sembra perdere smalto e idee.
La Salernitana pur più scarsa nella rosa per il 90% del campionato ci è stata sopra. Quindi il Lecce raccoglie ciò che ha seminato nel corso della stagione. Un quarto posto che tre mesi fa avremmo firmato.

Vitantonio
Vitantonio
2 anni fa

Sono d’accordo sull’articolo in larga parte ma, senza voler trovare giustificazioni, questo campionato con il VAR avrebbe tutta un’altra classifica e la salernitana non sarebbe certamente seconda. L’ennesimo torto di cui non s’è parlato ma che andrebbe invece messo in risalto: con il Cittadella sabato scorso, il fallo da rigore nettissimo su Pettinari a cui invece è stato fischiato un fuorigioco inesistente… Senza VAR per scelta e guarda caso, i lotito ed i galliani ne beneficiano!

Pippo
Pippo
2 anni fa

Corini scarso allenatore.. Questo e il risultato….

Tommy
Tommy
2 anni fa

A proposito dei dati di fatto da analizzare, ne voglio sottolineare 3. Rendimento interno, in una classifica che tenesse conto delle sole partite interne staremmo ai margini della zona play out; è incredibile che una squadra che fa così pochi punti in casa sia stata a lungo al secondo posto. Yalcin e Pisacane, perchè li abbiamo presi a gennaio se non giocano mai? Del turco tutti dicono che in allenamento fa vedere di avere grandi qualità, queste qualità come può farle fruttare se viene impiegato solo nei 5-10 minuti finali delle partite.? Pisacane è stato per anni un perno della difesa del Cagliari in A, possibile che in tutti questi mesi non abbia trovato un pò di spazio in una difesa colabrodo come la nostra? E poi questo continuo insistere “siamo una squadra giovane”….di giovani stabilmente impiegati ne vedo solo 3, il danese, lo svedese e Gallo + Henderson che comunque non è un ragazzino, gli altri sono trentenni o quasi e un 40enne.

AL
AL
2 anni fa

De Pandis, hai scritto che incassa la seconda vittoria (abbiamo vinto?). Titolo del pezzullo non felicissimo, entrando nel dettaglio io partirei da analizzare i punti di forza per affrontare le criticità. Non al contrario, altrimenti si diventa distruttivi.
Lucioni, ad esempio, ha neutralizzato Balotelli (quello che aveva devastato la salernitana..non so se mi spiego) in un lampo: facendolo anche ammonire. Tutta la difesa leccese ha sopperito anche ad un attacco che è andato avanti col solo Coda. Il Monza ha il solo merito di aver preparato un giocatore alle punizioni. Noi di non aver preparato Gabriel alle punizioni.

Lupiae nel cuore
Lupiae nel cuore
2 anni fa

Quante chiacchiere… abbiamo sprecato match point abbastanza facili, non era certo la partita di oggi quella da vincere. E per cortesia ritornate sulla terra anche con questo allenatore, non è scarso ma neanche il migliore del mazzo, la gestione delle energie, l’incapacità di sfruttare bene l’intera rosa e la lentezza nel leggere le partite ed effettuare i cambi nel momento giusto sono un suo limite. Non è Dionisi, ma neanche Zanetti o Venturato. Raccogliamo quello che abbiamo seminato e per i playoff non mi faccio illusioni, la pressione non la reggiamo, buonanotte a tutti e all’anno prossimo

antonio arnesano
antonio arnesano
2 anni fa

analisi dettagliata e convincente..non farei però troppi elogi alla rosa del Monza che ha nomi altisonanti ma sino a ieri era dietro di noi..oggi la differenza non l’ha fatta la rosa del Monza..oggi, in realtà (non da oggi ma da Pisa in avanti) la differenza l’ha fatta la pessima gestione delle energie dei giocatori..gli undici titolari a tutti i costi e contro qualunque squadra e tattica avversaria, non possono reggere sino alla fine del campionato e non arriveranno al meglio ai playoff..senza troppi giri di parole, il Lecce è cotto da Pisa in poi..la gestione delle energie è stata pessima..finire la benzina molto prima del traguardo è una follia sportiva..e non siamo combinati come lo scorso anno che prima di gennaio avevamo tre centrocampisti per tre posti.. quest’anno i giocatori ci sono..chiaro che i vari Zuta, Paganini, Stepinski non sono fulmini di guerra, ma non sono neanche così inguardabili da non utilizzarli praticamente in nessuna partita, anche meno blasonata..non metto in dubbio la preparazione tecnica di Corini, ma il Mister deve ancora crescere da questo punto di vista se vuole arrivare in alto..e l’anno prossimo rischiamo di fare un altro massacrante torneo di B..e tanti saluti

paolo
paolo
2 anni fa

Sono d’accordo Antonio, specie su quanto dici alla fine

AL
AL
2 anni fa

Non sono d’accordo tranne che il Monza ha una rosa che non merita tutti elogi. Voglio essere generoso: ti do ragione anche su Stepinski. Stop.

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