La formazione di Marco Baroni gioca una delle sue peggiori partite meritando comunque il pari e sfiorando più volte il colpaccio.
Quello con il Benevento non è stato il miglior Lecce dell’anno, questo è innegabile. Anzi era con tutta probabilità dalla gara con l’Alessandria, esattamente un girone fa, che i giallorossi non apparivano così balbettanti dalla cintola in giù ed in affanno nel produrre il solito palleggio autoritario e pronto ad andare in verticale per tenere in scacco l’avversario. Meno occasioni del solito, avversari troppo spesso (anche qui più che altro in relazione agli standard a cui ci si è ben abituati) dalle parti di Gabriel, graziato in un paio di occasioni che sarebbero potute valere il -2 prima dell’intervallo.
In realtà l’aspetto negativo con il quale abbiamo avviato questa analisi si concentra praticamente solo nei 25 minuti iniziali, definiti inadeguati da mister Baroni che avrebbe volentieri operato 11 sostituzioni, se solo avesse potuto. Non si è nascosto il mister, così come non lo ha fatto quando il sottoscritto gli ha chiesto nel postpartita se l’avvio di Como e quello di ieri lo avessero fatto arrabbiare in egual modo. In Lombardia i minuti iniziali di sofferenza erano stati molti meno, non si era andati oltre i 5, ma la sostanza di un approccio inaccettabile resta tutte. Due gare da capolista, due avvii tentennanti. Un caso? Probabilmente sì, ma non importa. Ciò che importa è che ci sia un’immediata inversione di tendenza già ad Alessandria. E soprattutto va sottolineato che, anche nella sofferta gara di ieri, gli aspetti positivi sono stati molteplici.
Saper reagire ad un avvio del genere non è da tutti. Anche stavolta il Lecce ha saputo non crollare, organizzarsi ed organizzare una reazione tutt’altro che confusionaria. Già prima dell’intervallo in un paio di occasioni si era presentato in superiorità per il sorpasso, poi nella ripresa è arrivata zero sofferenza difensiva e due palle-gol madornali, oltre ad una mole di gioco finalmente da Lecce. Il tutto è valso un punto prezioso, il miglior attacco, un super Strefezza capocannoniere ed un nuovo risultato utile.
E, per chiudere il cerchio, un’altra prestazione positiva, in continuità con il percorso intrapreso, che lo appare meno solo se paragonata alle prove spesso encomiabili offerte dalla banda Baroni. Che solo due o tre volte ha fatto peggio di così, valutazione che non toglie certo meriti a ieri, ma ne aggiunge alla visione totale dell’annata finora. Alla fine dei giochi sarà il complesso l’unica cosa che conterà davvero.
Quello che non accade in primavera. Apparte i gol siglati in un campionato di andata e con tre gare di ritorno di cui due con dirette concorrenti (totale punti 4) quello che salta in evidenza sono 11 vittorie 9 pareggi e 2 sconfitte, 36 gol fatti 19 subiti il resto sono chiacchere per carnevale e la sfilata di gallipoli e putignano.
Si deve dare atto però che i 10 gol di strefezza sono serviti come il pane ma per strefezza è una fortuna essersi scoperto a lecce in questo ruolo, non mi pare che prima abbia siglato più di 5 reti in un campionato, probabbilmente qualcuno non ci ha visto con occhio lungo.
Forza lecce.
Baroni deve accendere un cero a San Strefezza
Parole sante, se non ci fosse stato Strefezza con i suoi 10 gol oggi il Lecce stava sicuramente a metà classifica.
Pensa alla C l u r d u
Sicuramente avrai sniffato curati
L u r d u
Hai qualche problema molto serio se vuoi ti invio da un ottimo psicologo
…tu accendino ai DELA, cozzaro pluricomplessato e PLURIFALLITO!