Con le due mezzali il centrocampo ha volato a lungo e la loro flessione è coincisa con quella della squadra.

La zona nevralgica del campo ha dato grandi soddisfazioni a Marco Baroni quest’anno, o almeno così è stato per buona parte del cammino giallorosso. Oltre ad un attacco dai numeri spaventosi ed una difesa spesso granitica, il Lecce ha infatti saputo giganteggiare nelle fasi di controllo e transizione nel mezzo grazie ad un centrocampo, in particolare quello titolare, spesso sugli scudi. Mentre però il metronomo frangiflutti Hjulmand ha garantito continuità da big, i suoi “scudieri” Majer e Gargiulo sembrano essersi persi per strada.

Sia lo sloveno che l’ex Cittadella, dopo una primissima fase di assimilazione degli schemi di Baroni, sono letteralmente esplosi. In autunno sono riusciti ad essere spesso tra i migliori a suon di gol (cinque in due), assist e corsa per la squadra: Gargiulo sembrava pronto al salto di qualità in carriera, Majer sembrava essere tornato quello della Serie A.

Poi, con l’anno nuovo, il calo abbastanza netto, laddove non verticale. Tant’è che senza la crescita di Helgason e Blin, l’arrivo di Faragò e la certezza-Bjorkengren Baroni avrebbe trovato ben più difficoltà di quelle effettivamente trovate. I titolari designati, quelli con i quali il Lecce è riuscito a viaggiare più velocemente, restano però loro. Il tecnico le sta provando tutte per averli pronti ed in condizione alla ripresa della B. Al contrario toccherà nuovamente ad altri spingere i giallorossi verso la volatona finale.