Su La Gazzetta dello Sport i quattro motivi per cui i giallorossi sono partiti forte in campionato
“Una difesa solida, verticalizzazioni e tanto coraggio: solo cosi si vince”. La Gazzetta dello Sport analizza l’avvio di campionato del Lecce e lo fa con quattro schede che riepilogano i meriti della squadra allenata da Marco Baroni in un inizio di campionato favorevole.
Scrive Francesco Velluzzi: “ora quella di Baroni è davvero una squadra solida che non teme nessuno”.
Waglio’ ma Umtiti gioca? Ahahahah hahaha hahaha hahaha hihih hihih e che bel Monza ieri ha rovinato i piani hahaha hahaha hihih hihih hihih hihih che teneri che siete
Per umtiti chiedere a tua moglie
Noi siamo tenuti, ma le tue corna No
Waglio’ ogni tanto mi piace scrivere che volete…lo sapete che mia moglie è sempre in attività non solo a Torre dell’orso ma anche qui a Beri…lei è proprio una battona IHIHIHIHH..che becco che sono…un saluto dallo zio Vito di Bari
Sei una persona piccola piccola e triste
Per me si può chiamare Pippo, Pluto o Paperino. L’importante è che sia l’atteggiamento ed il sistema giusto ed adeguato all’avversario che incontriamo. Infatti la solidità della difesa si vedeva anche lo scorso anno, quando attaccavamo anche tanto, come si è vista con Empoli e Monza, con cui certo non siamo stati ad attendere bassi.
A noi interessa fare risultato e sfruttare tutti i modi per raggiungere l’obiettivo per cui non dovrebbe dispiacere usare il termine giusto per descrivere l’atteggiamento del Lecce, si chiama catenaccio, il caro vecchio catenaccio che ha caratterizzato per vari decenni il calcio del bel paese. Adesso tutti si vergognano anche a nominarlo e parlano di difesa solida e di ripartenze, ma il calcio italiano ci ha vinto tante coppe internazionali con questa tattica. Come Lecce siamo passati dal gioco d’attacco di Zeman e Delio Rossi e Liverani al gioco di Nereo Rocco e Oronzo Pugliese, pur di raggiungere la salvezza accetto qualsiasi sistema, ma per favore chiamiamolo col suo nome e diciamo chiaramente che noi facciamo catenaccio e contropiede perché cercando di trovare altre parole per descriverlo si diventa patetici.
Non è il classico catenaccio. Il baricentro è mutevole, a differenza del catenaccio, qui si fa anche pressing alto. Tuttavia ci sono delle partite che abbiamo giocato, tipo quella col Napoli, che il nostro gioco era indistinguibile dal catenaccio
Partiamo dalla base come fai a parlare di catenaccio con un 4-3-3?
Il gioco del Lecce di Baroni assomiglia a quello di Ancelotti ma giustamente con più attenzione alla fase difensiva e contropiede fluido invece di un tiki taka verticale. Del resto è lo stesso sistema di gioco che utilizza Mancini in nazionale.
Il Milan di Rocco faceva il catenaccio con Sormani Angelillo e Prati in attacco, l’Inter di Herrera lo faceva con Mazzola, Domenghini e Jair. Il fatto di giocare con tre punte non vuol dire nulla, e neanche che all’epoca si giocava con il libero, è l’atteggiamento che fa il catenaccio, la difesa ad oltranza e il contropiede alla prima occasione.
tu ne capisci di calcio, menomale che non fai l’allenatore!