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Dal Pizzighettone alla Nazionale. Addio Gianluca, bomber vero del calcio italiano

 

Con la scomparsa di Gianluca Vialli se ne va un campione sia sul campo che fuori. Un calciatore con un invidiabile palmares (2 scudetti, 4 Coppa Italia, 2 Supercoppa Italiana, 1 Coppa d’Inghilterra, 1 Coppa di Lega inglese, 2 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea) e un uomo mai sopra le righe.

Nonostante i tanti successi è sempre rimasto una persona umile, come umili erano i suoi modelli di quando era ragazzino. In un’intervista rilasciata a Sky diversi anni fa, Vialli infatti cita calciatori come Delle Donne, Sironi, Barboglio, Cesini, Mondonico come miti da seguire. Tutti giocatori della Cremonese – all’epoca fra C e B – molto legati al territorio, e lo fa con il sorriso sulle labbra, come se il solo pronunciare quei nomi gli facesse rivivere le emozioni del Gianluca ragazzo.

Chi era Gianluca Vialli

Come i suoi modelli d’adolescente, Vialli è stato a sua volta un modello per le generazioni successive. Attaccante di razza, leader in campo, esempio nella vita privata. Nato a Cremona il 9 luglio del 1964, interrompere gli studi a 16 anni a causa dell’intensa vita da sportivo, salvo poi riprenderli durante l’esperienze da professionista e riuscire a diplomarsi come geometra nel 1993. Opinionista di lungo corso per diverse emittenti, Vialli è sempre stato molto attivo anche nel sociale con la fondazione “Vialli e Mauro per la ricerca e lo Sport”, creata insieme a Massimo Mauro e dedicata al sostegno della ricerca sulla Sla e sul cancro. Cancro che, ironia della sorte, ha poi colpito Gianluca, che ha affrontato con dignità e con il sorriso sul volto la lotta al tumore al pancreas, uno dei più aggressivi e complicati da trattare. Ciò nonostante, circondato dall’affetto della moglie Cathryne, delle figlie, della famiglia e degli amici più stretti, Vialli ha lottato con tenacia, senza mai fare un passo indietro, mostrando ancora una volta tutte le qualità di combattente che già aveva dimostrato di possedere quando giocava.

Vialli e gli inizi alla Cremonese

Muove i primi passi nel vivaio del Pizzighettone, poi entra in quello della Cremonese, club della sua città e del suo cuore con cui debutta in Serie C e compie la scalata fino alla Serie A con Mondonico che lo impiega come tornante. Nonostante un ruolo solitamente poco prolifico, Vialli segna 10 gol ed è fra i grandi protagonisti del ritorno in Serie A della società grigiorossa. Ma come sottolineò lui stesso, “la Cremonese lo rese un uomo migliore oltre che a crescerlo calcisticamente”.

Vialli, i trofei con la Sampdoria e il salto di qualità di Boskov

Nel 1984 la Sampdoria acquista il Vialli 20enne che, nella sua prima stagione in blucerchiato, si aggiudica anche la prima Coppa Italia segnando un gol al Milan nella finale di ritorno. Il primo biennio in Liguria è però caratterizzato da luci e ombre, mentre con l’arrivo di Boskov al timone della Samp, Vialli compie il definitivo salto di qualità. Boskov lo propone costantemente come prima punta, Vialli instaura un perfetto feeling con il compagno di reparto Mancini e nasce una nuova coppia di “gemelli del gol”. I due si intendono a meraviglia, la Sampdoria cresce, conquista altre due Coppa Italia nel 1988 e nel 1989 e una Coppa delle Coppe nel 1990 (chiudendo anche come capocannoniere). La vera consacrazione arriva però nel 1991, quando conquista lo scudetto con la Sampdoria e si laurea re dei bomber di Serie A con 19 reti. La stagione successiva è protagonista anche in Coppa dei Campioni, ma Vialli e la Samp devono alzare bandiera bianca ai supplementari della finale contro il Barcellona.

Vialli e la cifra record spesa dalla Juventus

Vialli è fra i top al mondo e la Juventus, nel 1992, investe 40 miliardi di lire (compresi i cartellini di 4 calciatori) per strapparlo alla Sampdoria. Nel primo biennio con Trapattoni, Vialli fatica a trovare l’intesa in campo con Roberto Baggio, così come con il Trap e, pur vincendo una Coppa Uefa, non brilla. L’attaccante torna a illuminarsi quando alla Juventus arriva Marcello Lippi che ne fa un vero leader: Vialli trascina i bianconeri al double scudetto-Coppa Italia, eredita la fascia di capitano, e trionfa anche in Champions League nel 1996.

Vialli e l’Inghilterra

Chiusa l’esperienza alla Juventus, Vialli si trasferisce al Chelsea, desideroso di rilanciarsi in Premier. Dopo la vittoria della FA Cup, le incomprensioni con il tecnico Gullit non favoriscono l’attaccante che però, un po’ a sorpresa, viene poi nominato allenatore-giocatore dal club londinese e conquista una Coppa di Lega e la Coppa delle Coppe, oltre a una Supercoppa Europea. Il 12 settembre 2000 viene però esonerato dal club dopo un deludente avvio. La parentesi al Chelsea sembra aprire a Vialli una luminosa carriera da allenatore, ma non sarà così: la stagione successiva passa al Watford di Elton John, ma dopo un quattordicesimo posto in Championship, la B inglese, non allenerà più.

Vialli e la Nazionale italiana

In maglia azzurra Gianluca Vialli conquista il bronzo a Italia 1990, oltre a due medaglie europee (un argento e un bronzo) con l’Under 21. Con la nazionale maggiore realizza 16 reti in 59 apparizioni fra il 1985 e il 1992. I più grandi successi arrivano però da dirigente. Nel 2019 diventa il capodelegazione della Nazionale di Mancini con cui conquista l’Europeo nel 2021.

 

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