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Il primo tempo del Lecce con il Milan è uno spot per il calcio

Grintosi, in condizione top, protagonisti di un gioco strepitoso che ha schiacciato l’avversario ed in un contesto come al solito da grandissima piazza: i giallorossi hanno mostrato il meglio di sé

Una premessa: la “Coppa Primo Tempo” non esiste e, purtroppo, il 2-2 con il Milan ho lo stesso valore in termini di punti ottenuti dell’1-1 con la Cremonese quando il Lecce giocò la sua peggior gara interna della stagione. La gara sontuosa giocata contro i rossoneri, con particolare focus sui primi 45 minuti, merita però un focus perché, per trovare una squadra che ha giocato bene come fatto dai giallorossi bisogna andare a spulciare prestazioni di chi si trova più su, ma molto più su in classifica. E non c’è da essere timidi, bensì semmai orgogliosi, di affermare che quanto prodotto dall’undici di Baroni è stato uno spot per il calcio.

UNA SQUADRA VERTICALE. Pressing organizzato, intelligente e continuo, intensità nel gioco e nel cercare la porta avversaria. Sono stati questi i mantra del gioco giallorosso fin quando il Lecce ne ha avuto, ovvero fino a qualche minuto prima del gol di Leao che ha rimesso il Milan in carreggiata. Nella fase di non possesso Hjulmand e compagni si sono compattati restando quanto più corti possibile per non lasciare uno contro uno ai rapidi avversari che, di fatto, hanno avvicinato pochissime volte l’area avversaria.

Un pressing asfissiante che, oltre a neutralizzare le fonti di gioco (Bennacer in affanno fino all’intervallo, Diaz poco più che impalpabile), ha anche indotto a numerosi errori coloro che si sono trovati ad avviare l’azione. L’errore di Kalulu è individuale e grave, ma il giovane francese si trovava in evidente imbarazzo (cosa ripetuta in più circostanze) per il fatto di trovare meno soluzioni facili del previsto.

Nasce così il gol del vantaggio, mentre quasi tutte le restanti opportunità sono frutto di un gioco propositivo e coraggioso che con grande intensità ha prodotto palle gol a grappoli finché ne ha potuto, riprendendo poi nel finale. Una gestione orizzontale del pallone che si è limitata ad eludere i vani tentativi di attacco alto al portatore di palla da parte dell’attacco di Pioli e ad alleggerire la pressione le poche volte in cui il Milan si è trovato ad aggredire alto. Dopodiché con triangolazioni a memoria e, più raramente ma in modo comunque efficace, con lanci al millimetri il Lecce è sempre andato a cercare la profondità soprattutto sulle corsie, sfruttando l’ottimo lavoro di sponda di Colombo che ha creato vuoti tra centrocampo e difesa ospiti.

CONTESTO DA CHAMPIONS. Tatticamente perfetti, tecnicamente al top (fatta eccezione per un paio di errori sottoporta, ogni giallorosso ha saputo dimostrare il suo ottimo potenziale) e con una mentalità adeguata a ciò che chiede il popolo giallorosso. E andiamo così all’altro aspetto della serata da favola del Via del Mare, che se avesse contenuto qualche milioncino di spettatori, tanto da contenere tutti i salentini sparsi per il mondo, avrebbe fatto innamorare e/o ricredere in parecchi. Impossibile non venire contagiati da cotanta bellezza, inclusi calciatori divenuti leoni, o meglio lupi affamati, inevitabilmente anche grazie al supporto di un pubblico fantastico. Che, unitamente alla prestazione della squadra, avrebbe meritato la vittoria.

PIEDI PER TERRA. Chi capisce di calcio, ovvero l’uomo dall’accento toscano seduto in panchina, se n’è guardato bene dall’analizzare ciò che di bellissimo hanno fatto i suoi discepoli senza affiancarci un sano monito a non farsi distrarre da quel must che ha permesso al Lecce di arrivare a 20 punti dopo 18 turni: lavorare con umiltà. Noi non possiamo essere da meno e, traendo esempio, chiudiamo la nostra analisi giustamente mai tanto ricca di elogi sottolineando quanto mantenere i piedi per terra sia fondamentale per poter magari rendere queste prestazioni una sana abitudine. Cosa difficilissima che diventa impossibile se non si prosegue sulla strada della crescita e della valorizzazione di un gruppo giovane che non può permettersi distrazioni o voli pindarici. Sia per la salvezza, perché al netto dell’ottimo cammino per arrivarci si è a poco più che metà strada, sia per non perdere la bussola delle priorità e dei principi di causa-effetto: lavoro quotidiano, quindi prestazioni, quindi risultati.

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1 anno fa

forzaa ragazzi

Marco
Marco
1 anno fa

pubblico dodicesimo e tredicesimo…anche se la nord ad un certo punto dormiva sonni profondi, c’é stato bisogno di strefezza che gesticolando li ha svegliati…
p.s. sempre pienone e non come altre società pienone solo con le grandi e poi basta una sconfitta in casa ed il turno successivo la metà…così sono bravi tutti!

vittorio
vittorio
1 anno fa

AVANTI TUTTA LECCE

Vito
Vito
1 anno fa

Della serie come mangiarsi goal fatti ahahaha ahah hihihih ahahaja che teneri ce siete waglio….mi manca torre dell orso ancora 5 mesi e ci sarò teneri che siete…

Antonio67
Antonio67
1 anno fa

E’ stato un primo tempo entusiasmante ed ho provato la stessa sensazione dei tifosi di squadre di altissimo livello..superiorita’ schiacciante..Baroni li ha preparati mentalmente e fisicamente in maniera eccellente..tecnicamente poi sono sempre piu’ ammirato dalla naturalezza nel modo di giocare di Di Francesco..un mistero come non sia arrivato in squadre top..poi Gendrey e’ stato immenso contro un mostro sacro come Leao, Gonzalez sette polmoni..e poi che onore avere Umtiti..insomma un primo tempo indimenticabile che solo la sorte non ci ha fatto chiudere sul 4 a 0..sarebbe stato un risultato epico per la nostra squadra..restera’ comunque nella memoria degli sportivi italiani

Rod66
Rod66
1 anno fa
Reply to  Antonio67

Concordo ho provato la stessa sensazione, per una mezz’ora buona sembravamo noi la big e loro completamente annichiliti dalla nostra superiorità.

Alessandro
Alessandro
1 anno fa

Grandiosiiiiiiiii

nicola
nicola
1 anno fa

Fantastici…sia i nostri calciatori…che il Nostro Grande Pubblico…Forza Lecce…Forza Salento

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