Nella lunga intervista rilasciata oggi al Nuovo Quotidiano di Puglia, il responsabile dell’area tecnica ha parlato del rapporto tra il vivaio del club e il Salento
PRIMAVERA CON UNDICI TITOLARI STRANIERI. “Le critiche? Non mi va di essere tacciato per quello che non sono e non sono mai stato. E’ una bruttura. Evidentemente non si va a fondo nel tema, bisognerebbe analizzare la situazione prima di emettere giudizi affrettati. Il compito di una Primavera è di fungere da serbatoio per la Prima squadra. Qualcuno pensa che se avessimo trovato qualità importanti sul territorio saremmo stati così ottusi da non saperle cogliere? No, nella maniera più assoluta”.
DIFFICOLTA’. “Potremmo essere smentiti se in giro per l’Italia ci fossero ragazzi salentini esplosi in altre realtà. Sinceramente negli ultimi due anni e mezzo non ho visto calciatori del nostro territorio che si sono imposti altrove. Andare a trovare delle risorse tecniche a bassi costi al di fuori dei confini nazionali non può essere un demerito di chi opera. E’ insopportabile”.
LECCE PER LA CRESCITA DEL SALENTO. “Faccio una premessa, poiché un mio concetto espresso di recente è stato travisato. Io non vado a giudicare quello che fanno gli altri perché ognuno fa quello che può e con i mezzi e le risorse di cui dispone. Io ho accusato il Lecce e non le società del territorio, in buona sostanza mi sono autoaccusato perché ho detto che il Lecce non ha la capacità di poter fare di più di quello che fa a livello di settore giovanile per mancanza di strutture”.
RISULTATI. “In tutte le esperienze precedenti compresa quella passata al Lecce ho prodotto risultati. Se una parte delle somme incassate dalla vendita dei ragazzi cresciuti nel settore giovanile fosse stata investita in strutture ora staremmo parlando d’altro. Il calcio è in evoluzione continua. In passato nessun club veniva a prendere i ragazzi di 12,13 o 14 anni come i vari Moriero, Conte e Garzya. Negli anni successivi è stato difficile riuscire a mantenere i vari Pellè, Vicedomini, Camisa, Rullo, Rosati, Esposito”.
PER TORNARE. “Adesso è ancora più difficile perché il Lecce ha perso credibilità a livello di settore giovanili. Prima potevamo esibire sette titoli italiani ed eravamo più appetibili. Vi confido che per me negli ultimi due anni e mezzo è stato difficile convincere la gente ad accettare Lecce. Per questo stiamo lavorando sodo per avere la credibilità di un tempo: è ciò che spinge un giovane del territorio a non andare via perché sogna nuovamente di indossare la maglia giallorossa, sapendo che qui ci sono delle prospettive a livello importanti. A livello nazionale cambia tutto, perché anche il Lecce si può permettere di andare in altre regioni per prendere ragazzi dai 12 ai 14 anni”
Fanno bene a criticarti….11 stranieri su 11 e parli ancora di territorio? Poi ci lamentiamo che nn facciamo i mondiali da 8 anni ….l ultimo salentino lo ha fatto esordire la Roma in Europa League e molti altri ragazzini salentini partono per le giovanili del nord tutti gli anni!! Basta vedere che i pulcini o esordienti del Lecce…nn si riescono ad imporre nemmeno nei tornei provinciali…ma di che parliamo.
Dove stanno i ragazzi bravi nel territorio? Fai i nomi o parlate senza informarvi, ora piace ai ragazzi giocare con il telefonino. Prima si vedeva giocare tanti ragazzi nei campetti ora dove stanno? Ora stanno dul divano.
Togliete i genitori dagli spalti durante gli allenamenti e durante soprattutto le partite dei pulcini dei giovanissimi e degli under 16 e vedrete che sé c’è qualcuno potenzialmente bravo viene fuori ……i genitori devono accompagnarli e tornare a riprenderli e basta
Che pensiero lungimirante il nostro direttore! Forza Corvo!
si quello va tessuto una rete di rapporti più proficuo fra us lecce e scuole calcio della provincia